I paesi del Mediterraneo sono i naturali partners nei progetti di internazionalizzazione che vedono protagonista il Salento. C’è un programma di cooperazione transnazionale che è in atto e che si chiama LEADERMED http://www.leadermed.org/index.php che l’obiettivo del miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale; della valorizzazione dell'ambiente e dello spazio naturale, del miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e della diversificazione dell'economia rurale.
Ma cos’è la ruralità oggi?
E’ una fruizione che molto spesso è il contrario di ciò che definiamo agricoltura che ha la finalità principale di ottenere prodotti delle piante da utilizzare a scopo alimentare.
La ruralità può essere un prodotto turistico di nicchia, ricco di storia, di cultura, di sapori
e di profumi. La ruralità parte alla scoperta di territori da visitare con calma, fermandosi per apprezzare un panorama, per stupirsi di fronte ad un palazzo o per perdersi in un piccolo museo tematico, alla riscoperta di terre insolite, lontane dai classici circuiti turistici ma proprio per questo capaci di offrire percorsi sorprendenti, paesaggi unici e borghi inaspettati.
Insomma la ruralità è affrontare la realtà che ci circonda in maniera diversa dall’industriale con un approccio olistico.
Il localismo e le relazioni chiuse del Salento
Riporto alcune frasi del cantante dei Negramaro Giuliano Sangiorgi ”(….)Il Salento è un identità culturale molto precisa, ha il suo fascino, come tutte le zone del mondo che hanno da difendere una cultura indigena.(….) dovremmo aprirci, perché la diversità deve convivere nel Mondo. Il Salento è storia, passato, cultura, famiglia ma deve aprirsi al mondo e conoscerlo.”
Invece che accade nei nostri territori? Abbiamo la sindrome dell’orticello e sia afflitti da localismo e dalle relazioni chiuse che deprimono il potenziale del territorio.
I progetti di cooperazione internazionale opportunità per il Territorio rurale del Salento
Le relazioni con i territori esterni, insomma con Stati esteri, rafforzano l’identità del territorio ed è per questo che consiglio vivamente a tutti l’adesione a un progetto internazionale. Quando dico tutti mi riferisco sia alle aziende agricole classiche o multifunzionali e quindi agli imprenditori e ai professionisti che le assistono che a ogni professionista che ha un qualunque ruolo all’interno della gestione del territorio del Salento.
I progetti di internazionalizzazione (transnazionali e con i paesi terzi)
I progetti possono essere transnazionali ovvero un diverso modo per indicare multinazionale. Entrambi i termini indicano un interesse (economico, sociale ecc.) di un gruppo (di società, di persone, di associazioni) che opera in molte nazioni e continenti. Il gruppo può anche avere una sede operativa, un “cuore” in una sola nazione ma senza che vi siano per questo precise identità nazionali. Nelle politiche sociali dell'Unione Europea con l'aggettivo transnazionale si indicano i programmi che sono realizzati con la partecipazione di diversi stati appartenenti all'Unione Europea oppure progetti con paesi terzi ovvero con paesi che non fanno parte dell’Ue.
Come si possono incontrare altri soggetti interessati?
Allora diciamo che ti ho convinto e vuoi un partner per un progetto internazionale, adesso ti stai chiedendo dove devi andare a cercarlo. Per conoscere i partner dei progetti si può accedere alla lista dei progetti che è disponibile nel sito della Rete Rurale INEA http://www.inea.it/public/it/progetti_attivita.php?action=3&id=143
Un progetto internazionale è un opportunità per il territorio
C’è una grande freschezza nei territori che si rapportano con altri Paesi. Ciò accade perché si mettono in comune diverse esperienze e nel tempo si crea anche una sedimentazione del risultato che di fatto rappresenta una referenza per quel territorio.
La cosa più importante è che una volta intrapreso un programma che prevede la collaborazione in progetti con altri Paesi le difficoltà che inevitabilmente dovessero insorgere insieme alle criticità di quel territorio si affrontano proprio ricorrendo alle esperienze esterne.
L’esperienza della Filiera del carciofo a Brindisi
Il ministro dell’Agricoltura e delle Risorse Idriche della Tunisia, Mohamed Habib Haddad, e l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia hanno siglato a suo tempo un accordo per il quale l’Istituto Agronomico Mediterraneo IAM di Bari, ha fornito al ministero dell’Agricoltura tunisino l’aiuto istituzionale necessario per rafforzare la Direzione delle Produzioni Vegetali, che ha migliorato la produzioni del carciofo, prodotto la cui maturazione in Tunisia avviene in anticipo rispetto a quanto avviene in Italia. Alcuni imprenditori italiani hanno con il instaurato con l’aiuto del Governo di Tunisi una partnership con agricoltori tunisini e producono col metodo biologico, carciofi della varietà ”Romanesco”. Questa filiera del carciofo ha fatto in modo di coprire il calendario di fornitura del carciofo delle strutture di trasformazione e commercializzazione presenti a brindisi.
Individuare chi fa cosa
Questo è un passo decisivo dopo aver individuato il tema su cui si vuole fare cooperazione internazionale, si decide chi fa cosa e quindi si procede alla divisione dei compiti. Dopo di ciò abbiamo la possibilità di contattare l’Istituto Agronomico Mediterraneo IAM di Bari http://www.iamb.it/iamb2005/programmi/home.php?id=51&idarea=6 Mediterranean Agronomic Institute - Via Ceglie, 9 - 70010 VALENZANO (Bari) - ITALIA Tel. +39/080/4606207 - 4606209 - 4606111 - Telefax +39/080/4606206 IAMBAR-I Secretariat: mailto:iamdir@iamb.it (continua)
di Antonio Bruno