di Iannozzi Giuseppe
Stronco chi diavolo mi pare senza concedere sconti a nessuno, né al grande né al piccolo. Mai nessuna concessione a nessuno. Spiacente, io non ci sto alle mafiette, alla lunga catena dell’amicizia del Griso. Sono d’altra razza. Avessi fatto l’accomodante concedendo uno spillo, dico uno spillo ora a un grande ora a un pupillo di qualcuno, a quest’ora sarei chissà dove senza sforzi. Ed invece no, nemmeno una capocchia di spillo. Per questo sono tanto odiato. No, non odiato, non è esatto dire che sono odiato, ma temuto sì. Eccome se sono temuto. Sapete voi che cosa vuol dire essere temuto? Ve lo spiego io in quattro e quattr’otto: è temuto colui che non si lascia corrompere; è temuto colui che con una parola fa la fortuna o la sfortuna di chi si rivolge a lui; è temuto chi dice la verità perché non ha bandiere da sventolare né a destra né a sinistra; e temuto chi non se la fa nemmeno con i centristi, con gli anarchici o casinisti che dir si voglia. E’ temuto chi è libero. Inutile lisciarmi il pelo, non concedo niente a nessuno se non lo merita davvero, secondo il mio porco metro di giudizio che non svendo né a dio né al diavolo.
Tutto chiaro, Signore e Signori?
Ne ero certo.