Livelli eccessivi di rame “libero” nel sangue aumentano il rischio di Alzheimer
Studiosi dell’Associazione Fatebenefratelli per la Ricerca, guidati dalla dottoressa Rosanna Squitti, hanno dimostrato che nella demenza di Alzheimer esiste una relazione tra declino cognitivo e livelli di rame “libero” presente nel sangue, ossia quella quota di rame circolante non legato alla proteina che normalmente lo trasporta, la ceruloplasmina (rame non ceruloplasminico). Livelli eccessivi di questo tipo di rame sono tossici e aumentano il rischio di ammalarsi di Alzheimer.
Questa anomalia se rilevata per tempo aiuta anche a meglio identificare quei casi presintomatici (Mild Cognitive Impairment, MCI) che hanno un elevato rischio di sviluppare la malattia nei successivi 5 – 6 anni. Infatti nel gruppo preso in esame e seguito per 6 anni gli MCI con rame normale avevano circa il 20% di probabilità di progredire in Alzheimer mentre in quelli con rame elevato tale probabilità saliva oltre il 50%.
Di recente Canox4drug, in collaborazione con l’AFaR, ha sviluppato C4D, un test in grado di misurare la quantità di rame non ceruloplasminico in circolo con rapidità, altissima precisione e replicabilità. Il sangue prelevato viene analizzato con una sonda fluorescente che emette dei segnali: il cambiamento di emissione è proporzionale alla quantità di rame non ceruloplasminico presente nel campione. Tale test è già pienamente operativo presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma e sarà presto reso disponibile in molti altri ospedali e centri italiani che si occupano di Alzheimer.
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