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Il ruolo della letteratura per ragazzi

Da Mdileo @atmospherelibri

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Quando si parla di letteratura per ragazzi prima o poi si rende necessaria una definizione e siamo consapevoli dei labili confini che a volte hanno fatto sì che testi nati per adulti o per ragazzi transitassero da un confine all’altro dei loro originari ambiti.
La letteratura per giovani adulti è spesso pensata come un grande abisso tra i materiali meravigliosamente emozionanti e coinvolgenti per i bambini e quelli per gli adulti, mentre i giovani adulti sono spesso sottovalutati nella programmazione delle pubblicazioni librarie. Vi è, tuttavia, un certo numero di narrativa creata appositamente per gli adolescenti che si occupa delle possibilità e dei problemi della vita contemporanea. Questi romanzi sui problemi contemporanei riflettono i tempi difficili in cui i giovani lettori stanno diventando maggiorenni, ma anche i giovani hanno bisogno di ridere di se stessi e del loro mondo e di sfuggire a questo mondo con la fantasia.

Siamo consapevoli anche del fatto che né un elemento esterno al libro come oggetto (presenza di illustrazioni, dimensioni dei caratteri, numero delle pagine, tipo di edizione), né un elemento relativo ai contenuti (semplicità o complessità del linguaggio, genere letterario, età dei protagonisti, dimensione fiabesca o realistica) sia determinante per la definizione di un testo come libro per ragazzi.
Per altro la letteratura per ragazzi non si è sottratta alla disputa sui fini. Il libro per ragazzi deve divertire o educare?
Avendo presenti le molte insidie e la riduttività insite nelle definizioni e sentendo fortemente il senso di responsabilità ogni volta che ci si rivolge alle/i giovani abbiamo compiuto alcune scelte.
Ci sembra utile tener presente l’affermazione di Bianca Pitzorno che “Ciò che definisce un libro per bambini è un insieme di fattori che possono essere approssimativamente definiti come “Il suo discorso”. Un discorso che “interessa” il bambino, e non necessariamente l’adulto, nel suo nucleo più profondo. Che trova un’eco nella sua esperienza più interiore, nel suo sistema di valori, nei suoi sforzi, se non nel suo modo di organizzare mentalmente il significato della vita”. (B.Pitzorno, Storia delle mie storie, Pratiche ed., 2002).
Ciò non significa peraltro che l’autore sprofondi nel mondo dei  ragazzi e dimentichi il suo ruolo di adulto e di educatore, perché certamente il pubblico delle lettrici e dei lettori più giovani si aspetta che lo scrittrore interpreti sì il suo mondo, ma con strumenti letterari e culturali più “ampi e complessi dei suoi”. La qualità letteraria per altro non deve essere, nella letteratura per ragazzi, inferiore a quella dei libri per adulti.
Ancora una volta ci può essere utile per definire il nostro atteggiamento rispetto alla letteratura per ragazzi/e il richiamo che B. Pitzorno fa al concetto di pedagogia nel suo significato etimologico di condurre il ragazzo, cioè di camminare al suo fianco tenendolo per mano. “Di condurlo per il mondo, parlando con lui del mondo, regalandogli la mia esperienza e accettando il dono della sua, che non vale di meno solo perché è più breve. Di camminare col bambino per mano perché stare insieme a lui è fonte di piacere, di scoperta, di appagamento” (B.Pitzorno, op.cit.).
Con una maggiore libertà nei contenuti e nella forma, la letteratura per giovani adulti si sta muovendo verso un collegamento più stretto con la letteratura per adulti, ed i lettori di questa fascia di età possono leggere libri principalmente per adulti. I cambiamenti sociali ed i mass media hanno, in qualche modo, spinto i giovani ad anticipare la maturità, o almeno una facciata di maturità. Ciò che potrebbe essere appropriatamente pensato per un ragazzo di quattordici anni è oggi più idoneo per un lettore notevolmente più giovane. Spesso, tuttavia, ciò che viene percepito come la conoscenza o la maturità è solo a livello superficiale, e i giovani lettori hanno bisogno di una grande quantità di tempo per riflettere attraverso la letteratura. Gli adolescenti sono come gli adulti “inesperti”, e la letteratura offre un rifugio sicuro per accumulare esperienza.
Attraverso la trama di un romanzo, un lettore è in grado di confermare le proprie esperienze di vita, illuminare e acquisire conoscere da quelle esperienze, e indirettamente ampliarle ed estenderle. Anche se ognuno di noi deve camminare da solo, autenticare le nostre esperienze, e rendere i nostri propri significati e il senso della verità nel mondo che conosciamo, c’è sempre una tensione tra l’unicità della persona e gli elementi comuni della condizione umana. Questa tensione è evidente nella vita quotidiana, ma si rivela più pienamente nella storia del libro. La trama è sempre stata un modo molto potente di avventurarsi al di là delle azioni con cui entriamo in contatto con persone, luoghi, idee e degli eventi di fuori del nostro range di normalità.
Al di là delle possibilità, c’è sempre la necessità di aiutare i bambini a trovare le motivazioni e il piacere di leggere.
Nella scuola la lettura è sempre stata usata dagli insegnanti come attività funzionale e strumentale, per l’utilità pratica che ne poteva derivare, soprattutto nella scrittura e nella corretta espressione. Non si è valutato il “piacere del leggere”.
Per questa ragione quando si parla di lettura a scuola si deve operare un cambiamento di ottica, bisogna abbandonare preconcetti e sovrastrutture per ridare un valore al leggere.
Si tratta di riconoscere all’atto del leggere la dimensione di libertà e anche di puro intrattenimento.
LETTURA COME ACQUISIZIONE STRUMENTALE
È sempre stato un fine primario della scuola per consentire la piena integrazione dell’individuo in una società alfabetizzata.
La società degli anni ‘50-’60 era caratterizzata da alti tassi di analfabetismo, per cui l’obiettivo prioritario era quello di insegnare a leggere sul piano strumentale e decifratorio, tanto da condizionare le modalità d’impiego del libro in ambito scolastico. Contestualmente, si accese la polemica sui manuali scolastici e i libri di lettura per le scuole elementari accusati di non stimolare in modo adeguato la riflessione e il pensiero critico e di modificare l’intelligenza e la fantasia degli alunni perché questi sono poco originali, inadeguati e privi di spessore culturale.
In passato si cerco di sconfiggere l’analfabetismo attraverso la cultura di massa garantendo a tutta la popolazione l’acquisizione di competenze di base (leggere, scrivere, far di conto). Oggi, assicurato questo traguardo, è indispensabile proporsi obiettivi più ampi e articolati cioè stimolare e potenziare peculiari processi cognitivi.
LETTURA COME ATTIVITÀ COGNITIVA
Spesso insegnamento e apprendimento della lettura è stato considerato come acquisizione di abilità tecniche quali rapidità, fluidità della lettura, cura della dizione, espressività ecc. relative, come afferma Barthes, alla mera “operazione del leggere” senza considerarla come “sviluppo dell’intelligenza critica”
In tempi recenti si è rivendicato, recuperato il significato del leggere come esercizio del pensiero , della riflessione e la capacità di critica.
Bisogna, quindi, andare oltre la semplice funzione strumentale (decodificazione) della lettura, in
quanto essa plasma ed esercita il pensiero logico , potenzia le attività cognitive generali.
LETTURA COME ACQUISIZIONE DI CONOSCENZA
La lettura ha un valore inestimabile nella formazione dell’uomo perché consente l’accesso al sapere e alle fonti più importanti della nostra tradizione culturale.
Il libro fa da tramite tra il presente e il passato, infatti nei secoli passati la comunicazione scritta, affidata al libro, ha tramandato ai posteri il sapere dei saggi e dei dotti.
Secondo Cartesio “la lettura dei buoni libri è come una conservazione con le persone più oneste dei secolo passati” che ne sono stati autori.
La lettura in passato era il mezzo di accesso al sapere, alla conoscenza, che introduceva ai segreti del mondo adulto.
Oggi invece, i mezzi di comunicazione di massa basati sull’immagine, hanno modificato la connotazione del libro quale deposito esclusivo di conoscenza umana, perché hanno reso improvvisamente disponibile anche ai piccoli un certo tipo di conoscenza del mondo adulto.
Il conoscere è garantito da molti nuovi mezzi che in certi casi esercitano una vera e propria concorrenza al libro, ad es. la cinematografia scientifica consente di accedere ad ambienti e civiltà lontane.
Spesso si assiste ad un’ottusa esaltazione del libro in contrapposizione ai mezzi di comunicazione di massa (tv). Come se tutti i libri fossero meritevoli di essere letti. Questo non è vero perché, in piena affermazione con l’industria culturale, anche il mercato editoriale obbedisce a logiche di mero consumo.
È certamente vero che la comunicazione per immagini non svolge la funzione di potenziamento del pensiero astratto come può fare il libro, ma è altrettanto vero che la comunicazione filmica, teatrale, televisiva possono veicolare conoscenze significative a volte anche in modo più efficace rispetto al libro.
Ciò che occorre sottolineare è la diversità del tipo di attività implicata: la conoscenza ottenuta attraverso il libro si distingue per:
-   Tempi più dilatati
-   Maggiore concentrazione
-   Impegno di elaborazione dell’informazione più elaborato
Inoltre la lettura procede solo in virtù dell’iniziativa di colui che legge, mentre, la fruizione di altri mezzi può avvenire anche senza vigile attenzione o concentrazione da parte del soggetto.
LETTURA FUNZIONALE
L’industria culturale vede il libro come oggetto di consumo da utilizzare in forma meramente strumentale a fini di studio, professionali, di aggiornamento e informazione.
Negli ultimi anni, si è assistito a una proliferazione di manuali volti ad addestrare professionisti, tecnici, studenti, e di metodi e tecniche di lettura veloce, produttiva e funzionale.
Senza sminuire il ruolo della lettura informativa, occorre segnalare il rischio di una caduta di interesse per la lettura gratuita, di intrattenimento e di svago.
LETTURA COME FORMA DI ESPERIENZA
La lettura che “comunica esperienza” è la narrativa, cui vengono riconosciute sia la funzione di svago e intrattenimento, sia quella di arricchimento intellettuale ed esistenziale.
Un opera narrativa (racconto o romanzo) rappresenta modi di sentire, sentimenti, atteggiamenti, opinioni, valori, diffusi in una cultura.
La finalità educativa e formativa prioritaria della lettura è la sollecitazione della coscienza critica, quindi risulta necessario “uscire” da una letteratura a sfondo educativo e moralistico basata sulla mera trasmissione di “ buoni sentimenti”.
Durante la  lettura vengono sperimentati processi psicologici  provate emozioni e passioni.
La lettura vissuta come “esperienza emotiva”, che conforta e produce sollievo all’uomo attraverso la rappresentazione e armonizzazione dei conflitti.
LETTURA COME PIACERE
Gli studiosi di problemi educativi sostengono che la forma di educazione più efficace è quella che suscita nel discente “il piacere per il testo” (piacere e gusto di leggere).
Secondo alcune teorie il piacere della lettura dipende dal personale apporto del lettore nella costruzione del significato del testo, frutto della propria sensibilità e delle esigenze psicologiche innescate dal testo stesso.
Secondo la riflessione di matrice psicoanalitica il significato del libro risiede nell’esperienza psichica che esso produce nel soggetto. E. Detti parla di “lettura sensuale” nel senso che bisogna considerare la lettura nella sua pienezza perché si legge anche con i sentimenti e con il corpo, oltre che con la mente. Lettura come immersione in un universo magico dove il lettore dimentica tutte le sue preoccupazioni per “evadere in un mondo fantastico”.


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