Il sacro nei miei viaggi

Creato il 07 gennaio 2014 da Berenice @beneagnese

               

Ho abitato per anni nei pressi di una chiesa. Da ragazza ho addirittura vissuto dentro un ex convento.

Quella per anni è stata la casa di famiglia e lo è ancora. Dopo l'Unità d'Italia, infatti, molti beni appartenuti agli Ordini religiosi passarono alle amministrazoni pubbliche e da esse furono vendute ai privati. Fu così che i miei acquistarono una porzione del vecchio convento francescano.

A forza di respirare quei luoghi e per queste vicinanze domestiche l'ammirazione e la conoscenza dell'arte sacra sono cresciute in me in modo sempre più consistente.

Vivendo in Umbria e in Valnerina, poi, la bella arte, il linguaggio delle immagini dipinte o scolpite. mi hanno accompagnato ovunque.

Non occorre visitare i grandi centri per trovare meraviglie, fare lunghi viaggi alla ricerca del sacro: nei paesi piccoli come tra i gruppi di case, ovunque ci sia un comignolo, sorge una chiesa o almeno una cappellina ricca di decori e di storie da narrare.

E così senza dovermi muovere che di pochi passi, posso raccontarvi e mostrarvi alcune immagini del Natale e delle sue suggestioni.

Lo faccio anche stimolata dall'invito che la brava travelblogger Monica ha rivolto dal suo sito Viaggi e Baci.

             

Nell'abside della chiesa di santa Maria di Vallo di Nera (PG), proprio nel registro pittorico più alto, ecco un' Annunciazione dipinta nel 1383 da Cola di Pietro da Camerino e Francesco di Antonio da Ancona.

L'Arcangelo Gabriele saluta con un candido giglio la Vergine mentre. a cavalcioni dei raggi dello Spirito Santo, il Bambino  Salvatore scende nel grembo materno.

L''immagine inconsueta, giocosa, contenuta nei Vangeli apocrifi ha aiutato nei secoli i fedeli a vedere tangibilmente e a comprendere il  Mistero del Dio fatto Uomo.

Poi la Nascita, il Gloria nell'alto dei Cieli.

                

La rappresentazione si trova a Castel San Felice, quattro chilometri a sud di Vallo di Nera, nella chiesa dell'abbazia benedettina omonima, santuario terapeutico, sulla riva destra del fiume Nera.

Nel XV secolo un egregio pittore interpretò questa importante opera della Natività.

La mangiatoia, i Magi venuti dall'Oriente a dorso dei cammelli e i Signori locali che omaggiano il piccolo Gesù, un po' nudo e un po' avvolto nelle fasce, recando un falcone e calzando gli speroni.

 

Ma per concludere questo vaiggio nel sacro legato al Natale, torno ancora a Vallo di Nera, sempre nella chiesa di santa Maria.

La soave immagine compare nella parete sinistra della chiesa. Fu realizzata intorno al 1400, a copertura di una nicchia, da un pittore anonimo che Federico Zeri identificò come il Maestro di Eggi.

Nell'affresco Gesù con le manine abbraccia il collo della Vergine sfiorandole la guancia con un bacio mentre la Madonna lo sorregge e gli accarezza un piedino.

Proprio come ogni mamma della Storia che assapora l' irripetibile ed esclusiva intimità di quei gesti amorevoli e teneri.

L'immagine sacra della maternità.


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