Desiderio di Deserto (pubblicato da Feltrinelli Traveller) è un omaggio dell’autore Alain Laurent al deserto dei deserti: il Sahara. Paragonando e confrontando gli altri grandi deserti al Sahara, l’autore ci descrive le caratteristiche dei primi per consolidare quest’ultimo «nello statuto privilegiato cui l’hanno assunto la sua dismisura, la sua fama e, ancor di più il suo legame con la storia e il suo posto in una letteratura che l’ha trasfigurato». Lo stesso Laurent che ha viaggiato a lungo alla scoperta di tutti i deserti del mondo ed è membro del “Rahala”, l’associazione che riunisce gli amici del Sahara, ammette: «dall’incontro con questi molteplici e sfaccettati aspetti dell’aridità in tutte le sue sfumature sono quasi sempre tornato con una sorda sensazione di mancanza, alla quale non è estraneo l’inevitabile paragone con il Sahara come punto di riferimento assoluto». Il desiderio di deserto è per Laurent un ossessionante sogno inappagato con immagini e ricordi che si susseguono: dalle veglie intorno ad un grande fuoco, alle chiacchiere instancabili con i compagni di spedizione gustando un tè ristoratore, dai risvegli in cui ci si stupisce delle dune che si stagliano dinnanzi agli occhi, alle passeggiate esplorative. Il libro di Laurent non raccoglie però poetiche immagini del deserto né vuole essere un resoconto della propria esperienza e del proprio viaggio: attraverso la descrizione degli abitanti, della flora e della fauna esistenti restituisce vita ad un luogo comunemente considerato senza vita. Attraverso gli esploratori del passato ci rammenta il fascino che queste aree vaste e sconfinate hanno suscitato, risvegliando quella curiosità che in fondo tutti conserviamo nei confronti di questi magici luoghi, difficili e dannati. Laurent ci spiega che il primo cronista del Sahara fu Erodoto il cui quarto libro delle Storie divenne il punto di riferimento per tutti gli avventurieri del Grande Deserto. Fra i tanti ricordiamo il conte ungherese Lazlo von Almasy che giunto in Egitto nel 1929, decise di partecipare alle varie spedizioni esplorative e scoprì il sito rupestre del Wadi Sora, la grotta dei Nuotatori resa celebre anche dal film Il Paziente Inglese. Wilfred Thesiger, amante del deserto, esplorò il Sahara ma amò soprattutto il suo Rub’al-Khali, nonostante le dune scoscese e le sabbie mobili. Rimase per sempre segnato dalla sua esperienza nel deserto e nel suo libro Le Désert des déserts, del 1959, scrisse: «Quello che cercavo, attraverso le prove che l’esplorazione dei deserti impone e a contatto con i popoli che li abitano, era la pace dell’anima». Fra le ultime parole di Laurent leggiamo: «Il mio buon uso personale del deserto è radicato in un’alchimia di estasi estetica e di edonismo aperto alle curiosità dello spirito» e conclude augurandosi che la personale esperienza di deserto di ognuno possa evolvere in un’esperienza di deserto polifonico, raccogliendo, considerando e riunendo le voci di coloro che già lo hanno attraversato, vissuto, raccontato.
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