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Il salvataggio di SEAT Pg

Da Roxioni
Il salvataggio di SEAT Pg
I creditori decidono di salvare Seat Pg.
È stata superata la soglia del 75% dei consensi al piano di ristrutturazione.
Il salvataggio di SEAT PgPer Seat Pg sembra fatta. La società è salva e non dovrà ricorrere alla Legge Marzano. Banche e obbligazionisti Lighthouse hanno superato la soglia del 75% di adesioni al piano di ristrutturazione del debito e, da quanto si apprende, anche la terza categoria di creditori si avvia a dare un consenso quasi unanime al piano entro il termine del 7 marzo.

LA SVOLTA IL PRIMO MARZO. Che le cose si stessero mettendo per il verso giusto s’era cominciato a
capire il primo marzo, quando Sterling (società veicolo riconducibile a Cvc), azionista di Seat con una quota del 29,4%, aveva confermato il suo «appoggio incondizionato» al piano di ristrutturazione consensuale esortando anche «i rappresentanti delle tre classi creditrici di Seat ad acconsentire al più presto alla ristrutturazione nei termini stabiliti dalla società».
Il giorno seguente, il comitato degli obbligazionisti senior secured Ssb, degli obbligazionisti Lighthouse e gli altri soci di riferimento di Seat, hanno annunciato il «pieno supporto alla proposta di ristrutturazione finanziaria della società».

SCADENZA DELL’EARLY BIRD. Probabile che a incentivare l’accelerazione sul fronte delle adesioni sia stata anche la scadenza del periodo per beneficiare della cosiddetta early bird consent fee: un premio pari all’1% del valore del debito destinato a chi avesse risposto entro i termini.

SUPERATA LA SOGLIA DEL 75%. Secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa nella serata del 2 marzo, i senior lender, ossia le banche, risultano aver superato il 75% di adesioni, mentre i bond holders Lighthouse sarebbero al 90%, al termine della prima scadenza fissata dalla società per accettare il piano di ristrutturazione con un premio dell’1%.
Non risultano censiti in questa fase i cosiddetti Ssb (senior secured bondholders) che hanno in mano obbligazioni Seat per 750 milioni, dal momento che per loro il bonus è stato esteso fino al 7 marzo. E per quella data ci si aspetta, da parte di quest’ultima categoria di creditori, un consenso quasi unanime. fonte

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