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Il samba a fumetti di un artista italiano.

Da Paolominucci @paolo_minucci

angelo agostiniQuando Angelo Agostini, italiano di Vercelli, lascia Parigi per trasferirsi in Brasile, nella sua valigia porta con sé soprattutto un enorme carico di fantasia e una spiccata vena artistica. Segue la mamma, cantante lirica, e sogna un futuro da fumettista, anche se il fumetto, come lo conosciamo oggi, ancora non esiste. È il 1859, e Angelo Agostini ha sedici anni. Di lì a poco segnerà la storia del fumetto brasiliano.

Ha stile preciso sin dalle origini, e una tendenza innata a rappresentare con fermezza i tratti dei suoi personaggi, al punto che ancora oggi le sue tavole raccontano nel dettaglio le abitudini e i gusti dell’epoca imperiale e post imperiale brasiliana. Gli anni in cui opera, sono quelli in cui l’ombra della schiavitù è ancora lunga sulle sterminate terre del Brasile, e pur giovanissimo, non resta indifferente a questo tema. Nei suoi fumetti, sin dal principio, sono infatti presenti riferimenti alla schiavitù e all’abolizionismo che diventa un tratto dominante in molte avventure dei suoi personaggi, dove l’idea del progresso sociale fa spesso da sfondo alle vicende. Del resto già nella prima pubblicazione, curata a soli ventuno anni, Diabo Coxo, molti dei testi che accompagnano i disegni sono opera del grande poeta abolizionista Luis Gama.

Per un artista che è abituato ad essere oltre che vignettista, anche pittore, reporter, critico e fotografo, le proposte di lavoro non mancano, neppure a migliaia di chilometri da casa. Così, dopo qualche incertezza iniziale e molto sudore, arriva il primo successo professionale. Il 1869 è l’anno della svolta, e più precisamente il 30 gennaio, quando sulla rivista per cui lavora, Vida Fluminense, vede la luce la storia As Aventuras de Nhô Quim (Le avventure di Nhô Quim), che lo farà passare alla storia come il padre del fumetto brasiliano, e uno dei precursori a livello mondiale di questo genere. Si tratta della storia di un ragazzo di campagna, costretto a confrontarsi con l’enormità delle grandi città, attraverso vicende grottesche e avventurose. Agostini ad ogni numero lascia intendere che la storia continuerà sulla pubblicazione successiva e dà così vita a quello che potremmo considerare il primo romanzo grafico della storia.

La sua vita, in Brasile, si svolge a ritmi frenetici. Da Sao Paulo a Rio de Janeiro collabora con diverse testate, con pubblicazioni su pubblicazioni (alla fine saranno circa tremila tra riviste e giornali) che gli garantiscono popolarità e una vita abbastanza agiata.

Per la sua sfera privata, proprio Rio de Janeiro, costituisce un punto di non ritorno. Già sposato, inizia infatti una relazione con una sua giovane allieva, che nel 1888 dà alla luce una bambina. La relazione crea scandalo, e i due, o meglio tre, sono costretti a lasciare il paese e a rifugiarsi a Parigi, e questo non è un periodo per niente felice per Angelo Agostini. Nella capitale francese, nel 1890, a causa del secondo parto, la sua compagna perde la vita insieme al bimbo che porta in grembo.

Agostini torna allora in Brasile con la figlia e si rimette al lavoro, iniziando anche l’attività di editore. È indomito, instancabile e continua a creare storie, inventare personaggi e deliziare il pubblico con le sue avventure.

Morirà nel 1910 a Rio de Janeiro, al termine di una vita intensa e segnata felicemente dal tratto della sua matita. Il suo nome sarà per sempre legato alla storia del fumetto brasiliano, tanto che il 30 giugno di ogni anno, giorno dell’uscita de As Aventuras de Nhô Quim verrà dichiarato Giorno Nazionale del Fumetto, proprio in suo onore. In Italia, almeno per il momento, facciamo fatica a ricordare chi sia stato Angelo Agostini. Ma questa, si sa, è proprio tutta un’altra storia.

 

[Articolo scritto in sclusiva per Plainink.org]


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