La volta a crociera affrescata del Sancta Sanctorum in Laterano
Fino all'età rinascimentale la residenza dei papi non era, come attualmente è, il Vaticano, ma S. Giovanni in Laterano. Accanto alla basilica sorgevano i palazzi pontifici e la cappella privata del pontefice, chiamata prima S. Lorenzo in Palatio e in seguito Sancta Sanctorum.Gregorovius (1821-1891) disse che il Sancta Sanctorum era "il più venerato santuario di Roma nel Medioevo". Oggi questa particolarissima cappella è tra i luoghi più misteriosi e meno accessibili dell'Urbe. La cappella papale, nel tempo, venne inglobata in un edificio più grande: la Scala Santa, in cui è custodita una delle reliquie più venerate della cristianità, la Scala Pilati che i fedeli salgono rigorosamente in ginocchio. Il Sancta Sanctorum, però, la vera e propria cappella dei papi, non è così conosciuta.
Non si sa esattamente quando la cappella fu fondata. Una cappella di San Lorenzo in Palatio è menzionata sotto il pontificato di Stefano III, nell'VIII secolo. Essa si trovava al piano superiore dell'archivio pontificio e fu dedicata a San Lorenzo perchè lo si considerava il protettore dei libri e dei tesori della Chiesa ed anche in relazione allo scrinium o archivium lateranense. Il palazzo originario si vuole fosse la domus Faustae, vale a dire l'abitazione della moglie di Costantino, l'imperatrice Flavia Maxima Fausta. Papa Zaccaria (741-752) iniziò ad arricchire il Patriarchium, che si estendeva su parte dell'attuale palazzo e università del Laterano e su parte di piazza S. Giovanni ed era costituito da una serie di edifici che sorgevano sul terreno che Costantino aveva donato a papa Milziade (311-314). Zaccaria fece, in particolare, costruire un triclinium, una sala per banchetti, ed una torre fortificata.
Leone III (795-816) e Gregorio IV (827-844) furono tra coloro che diedero grande importanza alla cappella. Leone III vi trasferì moltissime reliquie; Gregorio IV costruì, accanto ad essa, un appartamento destinato ai pontefici, in modo da metterli in contatto diretto con la cappella. Leone III fece costruire due triclinia, uno dei quali fu chiamato, in seguito, Sala del Concilio e fu, poi, abbattuto da Domenico Fontana. Si trattava di un'enorme sala con cinque nicchie su ciascuno dei lati lunghi e un nicchione sul fondo. Era un ambiente sfarzoso con soffitto in legno, pavimento in marmi policroni ed una fontana al centro con una conca di porfido. Alcuni studiosi ritengono che questa sala scomparsa si ispirasse al Triclinio dei XIX letti nel palazzo imperiale di Dafne a Costantinopoli. Del resto sempre Leone III aveva fatto costruire un grande portico, detto macrona, che portava il nome di una struttura analoga di un un palazzo di Costantinopoli.
Il diacono Giovanni, canonico del Laterano, in uno scritto che magnificava proprio la basilica e la cappella del Sancta Sanctorum, dedicato a papa Alessandro III (1159-1181), elencò tutte le reliquie che vi erano contenute, custodite in un'arca dentro l'altare. Le reliquie erano state traslate, nel corso dei secoli, dalle catacombe romane per porle al sicuro dai saccheggi e dall'abbandono. Tra le reliquie custodite nell'arca sotto l'altare del Sancta Sanctorum, secondo il diacono Giovani c'erano: "un frammento della Vera Croce, l'asta e la spugna con l'aceto che fu posta sulla bocca del Signore, la santa colonna dove fu legato e flagellato, parte della terra del sepolcro dove riposò morto; la lancia che perforò il Signore sul fianco; un frammento del legno della croce, una pietra del Santo Sepolcro".
Un ulteriore riferimento a Cristo era la presenza, sopra l'altare del Sancta Sanctorum, della più preziosa icona del Salvatore, ricordata nel Liber Pontificalis, portata in processione da papa Stefano II (752-757) in occasione della minaccia di attacco longobardo. Si tratta dell'immagine acheropita (cioè non dipinta da mano umana) del Cristo. E' una tempera su tela di canapa, incollata poi su una tavola di noce. Si pensa che la tela sia del tempo di papa Ilaro (461-468).
La sistemazione successiva della cappella, all'interno di un nuovo edificio, le fece perdere il suo significato simbolico, il significato che aveva quando ancora faceva parte dell'antico Patriarchium. Nel 1277 un terremoto portò gravi danni alla cappella papale ed essa venne quasi completamente restaurata: il pavimento venne rifatto in toto e le pareti nuovamente affrescate per iniziativa di papa Niccolò III Orsini. Questi chiamò la famiglia dei Cosmati, che curò la decorazione del Sancta Sanctorum, mentre allievi di Pietro Cavallini o del Cimabue si cimentarono negli affreschi, restaurati nel 1994.
Originariamente l'ingresso al Sancta Sanctorum era posto di fronte l'altare. Ora chiude l'attuale ingresso (laterale) un portone di bronzo del IV secolo. Nella parete di fronte l'altare vennero aperte, nel tempo, tre finestre per dar modo ai fedeli di godere della vista dell'interno.
Alla fine del '500 il Patriarchium era piuttosto malridotto e Sisto V fece demolire ogni cosa, conservando solamente il Sancta Sanctorum ed aggiungendovi la Scala Santa. La risistemazione del complesso venne affidata a Domenico Fontana, che edificò un edificio a due piani, al secondo del quale venne inserita la preziosa cappella papale.
Oggi, però, è piuttosto difficile comprendere come il Sancta Sanctorum potesse avere un ruolo fondamentale nella creazione del potere dei papi tra l'VIII e il XIII secolo. Se ne può comunque ammirare la bellezza e la perfezione. Le pareti, per un'altezza di quattro metri, sono rivestite di lastre di pavonazzetto; la volta a crociera è sostenuta da quattro colonne di porfido stuccate e dorate.
Un sopralluogo del 1905 portò alla scoperta di un preziosissimo tesoro: reliquie, reliquiari, avori, teche, stoffe, pergamene che furono trasferite nel Museo Sacro e Cristiano della Biblioteca Vaticana. Tra i cimeli più prestigiosi vi è la Croce Aurea smaltata, che reca, sul retro, la storia della vita di Gesù fino al suo ingresso nella vita pubblica. La croce risale al periodo di Pasquale I (817-824). Attualmente si conservano nella cappella, precisamente sotto l'altare, solo le reliquie dei martiri.
COMMENTI (1)
Inviato il 18 dicembre a 11:48
purtroppo non potremmo più vedere meraviglie di questo tipo, la malavita in accordo con i politici corrotti, per salvare i loro guadagni, non libereranno mai la pianta di canapa dalle loro grinfie