Il ‘sandwich’ di Ganimede

Creato il 02 maggio 2014 da Media Inaf

Il mosaico (a destra) è servito come base per la mappa geologica (a sinistra). Crediti: USGS

Ganimede, la più grande luna di Giove e dell’intero Sistema Solare, nasconderebbe al suo interno un “sandwich” di strati alternati di oceani e ghiacci. Lo ha scoperto la ricerca internazionale pubblicata sulla rivista Planetary and Space Science e coordinata da Steve Vance, del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa.

Il risultato suggerisce l’ipotesi che Ganimede potrebbe ospitare la vita. Il modello messo a punto dai ricercatori potrebbe aiutare a studiare la possibile esistenza di forme di vita su pianeti esterni al Sistema Solare, ma soprattutto a comprendere meglio le caratteristiche delle altre quattro lune del nostro Sistema Solare che nascondono oceani: le due più grandi lune di Saturno, Titano ed Encelado, e le lune di Giove Europa e Callisto.

Nella ricostruzione della struttura interne di Ganimede fatta in laboratorio, i ricercatori hanno individuato più oceani racchiusi fra strati di ghiaccio. Hanno inoltre scoperto che il fondale dell’oceano più interno potrebbe non essere affatto composto di ghiaccio, come si credeva finora, ma di un’acqua salata molto densa a causa delle altissime pressioni, così densa da precipitare sul fondo e da essere scambiata per ghiaccio. Il fondale vero e proprio potrebbe invece essere roccioso, e di conseguenza capace di scatenare reazioni chimiche importanti per la formazione delle molecole alla base della vita.

I ricercatori spiegano inoltre la struttura a sandwich dell’interno di Ganimede con il fatto che le particolari condizioni presenti nel cuore di questa luna possano causare nevicate al contrario, ossia dal basso verso l’alto: a mano a mano che il ghiaccio viene spinto dal fondo verso l’esterno, la ridotta pressione ne modifica la struttura, dopodiché il ghiaccio torna a depositarsi ad una quota diversa, dando origine ai diversi strati. L’interno di Ganimede sarebbe quindi composto da più strati di ghiaccio dalla struttura diversa e ordinati in modo che il più pesante sia il più interno, mentre il più leggero è il più esterno.

Fonte: Media INAF | Scritto da Paolo D'Angelo


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