Il sangue degli angeli
di Davide Cassia
Autoproduzione
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Sinossi
È possibile rilevare, circoscrivere e stoccare un entità ultraterrena? Seguendo le teorie del dottor Venceslav lo scienziato Filippo Redoli ha progettato e assemblato delle apparecchiature in grado di farlo. In collaborazione con Giorgio Parca, esperto di sistemi hardware e software, e Paolo Macchia, ex soldato, catturano fantasmi, proprio come nel film Ghostbusters, e li vendono a un misterioso personaggio: l’occultista Markus Dragoner.
L’ispirazione al film è solo uno spunto, perché il parallelismo con la pellicola è solo iniziale e marginale, poiché vira ben presto verso toni più scuri, puntando verso l’horror, il thriller, l’urban fantasy.
Commento
Davide Cassia è un autore di genere che da anni frequenta il frizzante sottobosco dell’editoria autoprodotta e della microeditoria superspecializzata.
In passato mi è già capitato di leggere qualcosa di suo, divertendomi. Ora, dopo qualche anno, mi sono trovato davanti questo nuovo romanzo e non ho potuto fare a meno di comprarlo.
Il sangue degli angeli è un horror investigativo che fa ampi, chiari e abbondanti omaggi a una pietra miliare del cinema, Ghostbusters. L’inizio “replica” la scena d’apertura del film, i personaggi stessi richiamano in qualche modo i mitici acchiappafantasmi. La professione che svolgono è, appunto, quella di dare la caccia agli spettri.
Non siamo però di fronte a una volgare imitazione, né alla fan fiction più scontata.
Al contrario, il romanzo di Cassia parte da questa base ma mischia presto le carte, ibridandosi con altri omaggi (L’Esorcista, 28 giorni dopo etc etc), senza però perdere un’atmosfera da urban fantasy light, dovuta soprattutto all’ambientazione sfumata, l’immaginaria città di Marina, e alla mancanza quasi totale di infodump.
Dialoghi ben riusciti, personaggi simpatici, anche se un po’ stereotipati, ritmo veloce, misteri e azione. Il sangue degli angeli è un romanzo che si fa leggere in un paio di serate e che regala buone impressioni e la giusta dose di divertimento. Anche il “cattivo” della situazione, Markus Dragoner, è intrigante e carismatico, anche se poteva essere sfruttato ancora meglio.
Proprio il finale, cruccio di molti autori, poteva essere rivisto e migliorato (pur non essendo deludende), forse anche ampliato. Tra l’altro il gruppo di acchiappafantasmi di Marina si presta a un seguito e spero che Cassia metta in conto di lavorarci su.