Il Santuario di Santa Giuliana e i suoi segreti

Da Pensierospensierato @P3nsi3ro

Una lunga camminata in mezzo ai prati in quel di Vigo di Fassa conduce a una delle chiesette più belle di tutta la valle, la più antica e ricca di storia.
Non è la chiesa di San Giovanni, di cui avevamo parlato tempo fa presentando la storia della campana irremovibile.
Non è neanche la chiesetta di san Nicolò, sulla quale esiste la bella leggenda del Santo che fermò il tumultuoso rio san Nicolò.
Sospesa quasi tra tradizioni e leggende, la chiesetta di Santa Giuliana è ancora oggi luogo di culto amato dagli abitanti.
Si tratta di una chiesa piccolina e molto delicata, un Santuario, che venne consacrato nel 1452 dal cardinale Nicolò Cusano. Situato sul Dosso del Ciaslìr, dove erano stati rinvenuti i resti di un castelliere preistorico, fu costruito nella metà del XV sec. in stile gotico. Scarse le notizie sulle sue origini della Santa, sostituite da tradizioni e leggende che la vedono protagonista coraggiosa nelle torture del martirio e nelle tentazioni del demonio.
All’interno del Santuario si può ammirare un grande affresco, di autore ignoto e restaurato nel 1764 da Giovanni Battista Cudauner, che raffigura le vicende della Santa. Da ammirare nella chiesetta c'è anche il pregevole trittico scolpito da Giorgio Artz nel 1517, con la statua della Madonna al centro, Santa Giuliana a sinistra e Santa Margherita a destra.
Il soffitto del presbiterio è affrescato da figure di angeli, musicanti, profeti, evangelisti e santi, con al centro un'autentica chicca, una rarissima rappresentazione della Trinità con una testa a tre volti. Dio uno e trino, insomma.
Ma cos'ha di tanto speciale questa chiesetta? Innanzitutto bisogna sottolineare la grande devozione a Santa Giuliana che fu testimoniata dalla popolazione dopo il secondo conflitto mondiale, quando la gente di Fassa si recò al santuario per ringraziare la Santa dell'incolumità della valle, scampata miracolosamente alle stragi e agli orrori della guerra che avevano investito le zone circostanti.
Ma la chiesetta nasconde diverse storie e leggende, a partire dalla sua costruzione.
Come detto, la chiesetta fu edificata nel XV secolo, in occasione delle guerre che si combattevano nella Valle tra i Fassani e i trevigiani. I Fassani fecero voto a Santa Giuliana di edificarle una chiesetta, in caso di esito positivo nella guerra.
Tornati vincitori dalla battaglia, non riuscivano però a mettersi d'accordo sul luogo in cui edificare la chiesa.
I Tedeschi volevano edificarla a Pianaz, i Fassani più a sud.
Alla fine si decise di costruire la chiesa a Pianaz, ma una volta iniziati i lavori, il muro di cinta della chiesa cadeva sempre, inspiegabilmente.
Ogni mattino il muro veniva eretto, la sera era correttamente in piedi, il mattino seguente le pietre erano sparpagliate ovunque e il muro non esisteva più.
Credendo di trovarsi di fronte a un fenomeno paranormale, i Fassani decisero di fare dei turni per scoprire chi si divertisse a buttar giù le mura, ma non scoprirono nulla. Semplicemente, durante la notte le pietre di cinta cadevano da sole e rotolavano via.
Si capì allora che era stata Santa Giuliana a reagire in questo modo, perchè il posto non le era affatto gradito. Così, per decidere dove edificare la chiesetta, si decise di prendere due buoi giovani, che non avevano trainato ancora nessun carro, e di lasciarli vagare tra le montagne.
Il luogo nel quale i buoi si fossero fermati sarebbe stato quello scelto direttamente da Santa Giuliana per costruire la sua chiesa.
Così fu fatto, e i due buoi si fermarono esattamente nel luogo in cui oggi sorge il Santuario.
Secondo una seconda versione della leggenda, gli operai che costruivano la chiesa si ferivano continuamente e subivano numerosi, e inspiegabili, infortuni.
Uno stormo di corvi arrivò a un certo punto e portarono via gli attrezzi insanguinati dei carpentieri, depositandoli poi nel luogo in cui oggi sorge il Santuario, come a segnalare che era lì che Santa Giuliana voleva venisse edificata la chiesa a lei dedicata.
Su santa Giuliana, come detto, ci sono numerose altre leggende, ma di questo parleremo un'altra volta.

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