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- Scritto da Giuseppe Paternò di Raddusa
- Categoria principale: Le nostre recensioni
- Categoria: Recensioni film in sala
- Pubblicato: 25 Novembre 2015
Ci sono due anime che convivono in Il sapore del successo, commedia di vocazione culinaria diretta da John Wells (I segreti di Osage County) e sceneggiata dallo Steven Knight regista del pregevole – e lievemente sopravvalutato - Locke.
Una è quella superficiale, ammiccante, legata all’immaginario cucina & intrattenimento che tanto va di moda negli ultimi periodi: si prende un personaggio cattivello, lo si fa strillare – e qui si strilla parecchio – e ci si sforza di farlo sembrare cool per quasi due ore di film. Una scelta irritante, mitigata solo dalla simpatia di Bradley Cooper nei panni dello smorfioso protagonista. Un cuoco di enorme talento ma piantagrane e antipatico come una malattia, che si è praticamente fatto terra bruciata attorno e che è alla disperata ricerca di una terza stellina Michelin. Per tutta la prima parte del film, assistiamo alla soffocata riabilitazione di questo sgarbato chef: battutine fiacche, sguardi ammiccanti della nostra star, un corollario di personaggi secondari “devoti” alla causa di un carattere tanto irritante. Insomma, ordinaria amministrazione.
Se non fosse che, nella seconda parte, la commedia – invero ordinaria – decolla. Attenzione, non parliamo di livelli elevati: il film di Wells, per dire, non è nemmeno ai livelli di medietà di Sapori e dissapori a firma Scott Hicks. C’è qualcosa, però, che nel film funziona a dovere: al di là degli risvolti ordinari, la pellicola riesce a svincolarsi da dettagli programmatici, e ad attenersi all’ordinarietà di certa commedia d’intrattenimento senza risolversi in forma banale o logora. Il merito va soprattutto allo script di Knight, che rifila un colpo di scena niente male senza adeguarsi alla vacuità di molte opere esteticamente “colleghe”.
Cooper, nella seconda metà del lungometraggio, si rivela poi scelta vincente, in grado di reggere sulle proprie spalle l’intera operazione. Gli fa eco Sienna Miller, ultimamente sempre convincente, e un variegato cast che comprende anche Omar Sy, Emma Thompson, il simpatico Daniel Bruhl, Riccardo Scamarcio e i camei di lusso di Uma Thurman e Alicia Vikander.
Nulla di trascendentale, è chiaro; ma avrebbe potuto essere ben peggiore.
Voto: 2/4