Uno dei temi che più mi appassiona in questo momento è legato alla nuova coscienza che molto lentamente sta iniziando a prendere piede anche in Italia.La rivoluzione del millennio, come affermano scienziati e studiosi pone l'accento su due temi importanti: una nuova conoscenza di sé e un'attenzione differente ai temi dell'ecologia. Fino a quando non capiremo profondamente che il benessere delle persone è intimamente connesso al sistema ecologico, non ci sarà possibilità di azioni concrete nel rispetto di noi esseri umani e della natura, tutta.
La nuova società necessita di nuove epistemologie a partire dal cambiamento di valori. Fin'ora il valore della privacy, dell'autonomia e dell'esclusività hanno caratterizzato la società del profitto. Mi auspico per il futuro che l'esclusività diventi meno importante dell'inclusività e che l'ethos della competizione perda il suo fascino a fronte di una coscienza più collaborativa.Il concetto cartesiano per cui “cogito, ergo sum ” , venga superato dal “ partecipò dunque sono!” e ancora "Amo, perciò sono!"
PARTECIPAZIONE ATTIVA. E’ l’unica soluzione che vedo possibile per risvegliare l’etica sociale e la responsabilità di ciascuno di noi in ogni campo della vita quotidiana, dal benessere personale, ai temi sociali, alla politica.Tutto ciò sta avvenendo anche grazie agli strumenti Social che ci rendono partecipi in una vasta rete di relazioni e informazioni.Il “ partecipò dunque sono!”, viene oggi affiancato al “sono connesso dunque esisto!”
Pur essendo il mondo dei media un collante molto forte tra le persone, nasconde comunque qualche risvolto oscuro. Infatti, il problema dell'identità nella società dei Social Media è un tema spinoso sul quale prestare la massima attenzione, poiché il rischio di recitare una parte ed essere influenzati dalle aspettative è molto forte. È il rischio di una “società del Noi “ basata sulle relazioni virtuali e sul valore di sentirsi famosi in poco tempo. In effetti se non c'è coscienza di cosa sia un vero sé, non c'è neppure coscienza di recitare una parte. Proprio il contrario di ciò che caratterizza il lavoro dell’attore e il contrario di ciò che serve per formare una coscienza empatica. Infatti, al contrario di ciò che si pensa, l'arte del Teatro può essere un luogo di esplorazione dei sentimenti profondi che proviamo in relazione ad un altro da sé. Questo si che porta allo sviluppo del comportamento empatico che ci consente di comprendere l'altro profondamente!
R.J. Rifkin, sostiene che sarà proprio lo sviluppo di una coscienza drammaturgica che porterà ad uno stadio più plastico e maturo della coscienza nel quale l'individuo è in grado di convivere con priorità ambigue, complesse e conflittuali. La concezione del sé come "oggetto" immutabile verrà sostituita dall'idea di un sé come "processo" in relazione con altri sé. È solo in questo modo che si diventa esseri appartenenti ad una società cosmopolita, attenta i temi ecologici.
Si presenta inoltre un altro punto su cui riflettere. Nell'era sei Social il fattore linguaggio diventa fondamentale. Se da una parte l'utilizzo di un codice condiviso facilita gli scambi di idee e competenze, democratizzando la società, dall'altra aumenta il rischio di abbassare il livello del linguaggio. Se nelle precedenti rivoluzioni - dall'moralità alla stampa- il vocabolario si è ampliato, oggi ci stiamo livellando verso un linguaggio poco articolato e povero. Il problema è che un linguaggio povero produce un pensiero povero. Un vocabolario più ampio permette di accedere a metafore e connessioni di pensiero più complesse senza le quali non si può espandere l'ambito dell'empatia.
Il problema è quindi nel ampliare le reti di relazione mantenerono la profondità della complessità.
Affrontare il tema della coscienza biosferica implica l'utilizzo di un pensiero empatico e al contempo complesso perché l'esistenza stessa è complessa.Se vogliamo avvicinarci ad una coscienza biosferica che rispetti l'ecologia dell'intero sistema del pianeta dobbiamo passare da una concezione lineare ad una circolare e sistemica accettando di approfondire, senza per questo appesantire.
Tutto ciò porterà ad una maggiore attenzione verso il tutto che ci circonda, e in quell’attenzione ad un Amore che ci connette al Bene Supremo e spirituale che risiede in ciascuno di noi. E’ la riscoperta di ciò che ci rende Persona come principio spirituale unificato che caratterizza la capacità di amare se stessa e gli altri.
Nella componente spirituale c’è prima di tutto la LIBERTÀ, che è la qualità fondamentale dello Spirito e la condizione necessaria che consente all’uomo di diventare PERSONA.
Penso all’esser umano non più come luogo di emozioni, comportamenti e intenzioni ma come una Unità di Spirito frutto di una libera scelta dove la tendenza all’equilibrio e all’armonia può essere stimolato attraverso la Bellezza e alla ricerca costante di essere presente, in connessione con se stesso e con la vita, in ogni sua manifestazione.http://blog.espol.edu.ec/chanlope/2012/01/22/la-biosfera-y-la-distribuicion-de-la-vida/
http://www.genitronsviluppo.com/media-partnership-genitronsviluppocom/