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Il secolo breve in nero

Creato il 19 ottobre 2013 da Postpopuli @PostPopuli

 

di Giovanni Agnoloni

Il Secolo breve in nero

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Si dice che il noir sia l’unico genere che vende, in Italia. Non mi interessa stabilire se sia vero o falso. Ma una cosa è certa. Neronovecento, raccolta di racconti “neri” che attraversano il secolo scorso decennio per decennio, toccandone drammi e misteri, è un libro che non punta al successo “facile”.

Composita per natura, questa antologia a cura di Daniele Cambiaso ed edita da Cordero Editore è una sorta di declinazione di stati d’animo e temperie culturali e politiche del XX secolo in Italia. A partire dagli inizi, con l’eco dei drammi dell’emigrazione (Stefano Mantero), per poi scendere nell’abisso del primo conflitto mondiale e delle sue conseguenze (Angelo Marenzana), premessa immediata del ventennio fascista. È qui, negli anni Venti, che si ambienta il contributo di Massimo Parigi e Riccardo Sozzi, mentre nel cuore dell’Africa coloniale, negli anni Trenta, Giorgio Ballario ambienta il suo racconto, in assoluto tra i migliori della raccolta.

Denise Bresci e Ugo Polli optano per un’efficacissima storia, spiazzante e ricca di suspense, sullo sfondo della guerra partigiana. Con Giulio Leoni, addentrandoci nel Dopoguerra, torniamo in mare, con echi eliotiani e sfumature esoteriche. Inquietante è però anche lo scenario storico dietro il racconto di Claudio Asciuti, con spiazzanti sovrapposizioni tra movimenti comunisti e anarchici, nelle vicende degli scontri genovesi dei primi anni Sessanta. Gli anni di piombo, visti attraverso scatti fotografici, sono invece al centro del racconto di Adele Marini, ma in fondo anche di quello di Vindice Lecis, che dagli anni Ottanta guarda indietro verso il 1973, anno di un possibile attentato contro Enrico Berlinguer a Sofia, in Bulgaria. Fino a (quasi) il nostro tempo, con l’indagine al centro del contributo di Giorgio Merega.

Mi rendo conto che la rassegna è quanto mai sintetica, ma se dicesse di più priverebbe i racconti – forma letteraria purtroppo bistrattata nel panorama italiano – della loro pregnanza. E se è vero che il noir ben si presta a fotografare la realtà sociale in cui viviamo, queste “pillole” dense e dai sapori variegati sono un vero campionario di ciò che noi italiani, nel secolo scorso, siamo stati.

Ammesso che oggi, dopo tutto, siamo qualcosa di diverso.

 

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