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Il secondo Battisti

Creato il 19 luglio 2011 da Carlo_lock
Mi domando perché c'è ancora gente che non ha imparato ad apprezzare la seconda parte della carriera di Lucio Battisti (dal soggiorno inglese fino alla morte), periodo nel quale egli dimostra finalmente di poter ambire al rango di cantautore, con soluzioni più ricercate e raffinate nella composizione. E' pur vero che nei primi anni Settanta chi "sollevava" un po' la musica italiana (ancora granitica e demodée) era tra gli altri proprio Lucio Battisti; di certo il suo "canzonettismo" lagnoso (Anna, Pensieri e parole, I giardini di marzo, Emozioni) ha fatto scuola, entrando nella memoria collettiva. Si è riscontrato poche volte nella carriera di un artista un cambiamento repentino come il suo, un cambiamento votato alla chiusura, all'incomunicabilità e all'ermetismo (sia nel modo di fare musica, sia nell'espressione del suo rapporto col pubblico).L'album "traghetto" si chiama Una giornata uggiosa, significativo anche come data, il 1980, un perfetto spartiacque tra il "vecchio" e il "nuovo" Battisti. Qui è Mogol a essere alle dipendenze di Battisti (e non viceversa, come capitava agli inizi), il sound è un buon funky-rock, con inserti di elettronica e di buona melodia e, poi, fine di tutto: via al Battisti riflessivo, al Battisti che forse riesce a essere veramente se stesso, non più in preda alla facile commercializzazione. Pasquale Panella (un filosofo) sostituirà il sodalizio di Mogol e darà una compiutezza e una statura intellettuale a Battisti che mai aveva avuto in precedenza. Certo, la musica ricercata piace a pochi, ma tutto sommato, chi ha avuto la pazienza di seguire l'evoluzione di questo grande cantante si chiederà qual è il Battisti più vero, quello che duettava con Mina o quello che cantava testi "folli" davanti a un microfono, senza farsi vedere neanche su una foto di copertina.In occasione dello scorso speciale "Emozioni" in onda la settimana scorsa su Raidue, eccovi tre filmati, da me scelti, che danno una luce diversa al Battisti più nazionalpopolare.



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