Siamo alle solite: si è conclusa il 12 dicembre 2015 la conferenza sul clima a Parigi, dove i "grandi" della Terra, con la consueta faccia di tolla, hanno finto di voler salvare il pianeta da un fantomatico riscaldamento globale da CO2, quando i disastri climatici sono causati proprio da chi simula di volerli contrastare, ossia il complesso militare-industriale, grazie alla cooperazione di infernali governi.
Non basta: alla sciagurata conferenza è spuntato il sedicente Putin con un'idea ingegnosa, basata sempre sulla mistificazione del global warming. Il colpo di genio è il seguente: usarenanotubi di carbonio nei processi produttivi, ufficialmente per migliorare la qualità e la durata di plastica, alluminio, acciaio etc. Una maggiore efficienza della produzione industriale porterebbe ad un decremento nelle emissioni di gas serra. In realtà la proposta è la classica polpetta avvelenata: le nanotecnologie hanno spesso dei risvolti dannosi, in particolare la diffusione nell'ambiente di nanotubi di carbonio è all'origine di patologie respiratorie. Non è tuttavia un caso se molti centri di ricerca magnificano le potenzialità dei nanotubi in oggetto: il carbonio, insieme con il silicio, è l'unico elemento che forma delle catene (si pensi al DNA), si adatta quindi a creare un'interfaccia organico-inorganico che è l'obiettivo saliente, sebbene non dichiarato, del criminale piano transumanista.
La Russia sta pensando fuori dagli schemi nel tentativo di contrastare i cosiddetti cambiamenti climatici. Alla conferenza di Parigi, i rappresentanti russi hanno annunciato l'intenzione di ricorrere alle nanotecnologie per ridurre le emissioni di gas serra. [...] Come riferisce il quotidiano Sciencetimes.com, la Russia è il quinto più grande inquinatore al mondo, con la Cina che è al primo posto. La proposta si concentra sugli sforzi per ridurre le emissioni che coinvolgono cinque materiali: acciaio, cemento, alluminio, plastica e carta che potrebbero essere resi più leggeri, più resistenti ed efficienti grazie alla nanotecnologia in cui spiccano alcune società russe.
La "Rusnano", ad esempio, è un'azienda che ultimamente ha ricevuto 10 bilioni di dollari di fondi da parte del governo di Mosca per la ricerca e l'applicazione delle nanotecnologie nella produzione dei materiali citati.
"I nanotubi di carbonio hanno dimostrato di rendere molto duro l'alluminio, la plastica conduttiva, di prolungare la durata delle batterie agli ioni di litio", ha dichiarato il Dottor Anatoly Chubais, fondatore della Rusnano. "Con le nanotecnologie si potranno ridurre le emissioni di CO2 (sic!!!) e pensare agli scenari futuri con un nuovo approccio".
Fonte: Segnidalcielo.it
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