"Il tipo può cambiare di tutto, di faccia, di casa, di famiglia, fidanzata, di religione, di Dio, pero c'è una cosa che non può cambiare Benjamin..., non può cambiare di passione."
Un bel film noir come non ne vedevo da tempo. Tipo "La ragazza del lago" o "L.A. Confidential" o i film di Chabrol. Ma la location è totalmente diversa. Non il freddo nord Italia, non la borghesia della provincia francese, meno che mai la Hollywood scandalosa degli anni'50. Siamo in Argentina e nonostante non vi siano folcloristici richiami, se ne sente lo spirito e l'anima. Protagonista di questo noir che però dice molto anche dell'epoca in cui è ambientato (inizia negli anni '70 quando l'Argentina vive il golpe militare, fino ai giorni nostri) è Benjamin Esposito (il bravo e, diciamolo, affascinante Ricardo Darìn) , un funzionario del tribunale ormai in pensione, che decide di scrivere un romanzo su un caso di omicidio con stupro di una ragazza, che gli ha cambiato, inevitabilmente, la vita. Il libro è solo i pretesto per il regista e per il protagonista per ricordare il drammatico evento e per fare il bilancio di una vita non vissuta totalmente, sommersa di rimpianti e paure. Inutile dire di più della trama che è giusto che venga assaporata "live" dallo spettatore. Bella messa in scena, ottimo montaggio, forse un po' troppe inquadrature "inquadrate" e "oblique " che invece di portare al plauso per la tecnica usata dal regista, sembrano artificialmente richiamare il "quanto sono bravo". Eccezionali gli attori. Meravigliosa Soledad Villamil, una sorta di Anna Galiena argentina, soprendente Guillermo Francella, noto in patria come comico.Premio Oscar come miglior film straniero nel 2010