Ammetto di essere tentata di dirvi di andare a leggere le recensioni degli altri due romanzi di Vitali che ho letto ("Zia Antonia sapeva di menta" e "Un amore di zitella") perché sostanzialmente anche questo libro conferma l'opinione già espressa per gli altri. Però non mi sembra una cosa tanto carina da fare, quindi cercherò di scrivere qualcosa anche su questo. Come vi ho detto, "Il segreto di Ortelia è il terzo libro di Vitali che mi capita tra le mani (e ne ho altri due che già mi aspettano) ed è il terzo libro di Vitali che leggo d'un fiato e che nella sua banalità riesce a catturarmi in modo incredibile.
Di Vitali adoro la semplicità, il rendere personaggi e vicende "insulse" (passatemi il termine) degne di essere raccontate e apprezzate. E poi adoro Bellano, questo paesino sul lago di Lecco, che potrebbe essere in realtà un paese qualunque, perché rispecchia le caratteristiche comuni a tanti paesini del nord Italia. Ancora una volta il ritratto che ne viene fatto rende onore al piccolo paesello, lo eleva a materiale letterario nonchè protagonista principale di tutti questi romanzi. Senza Bellano, nessuna storia di questo scrittore starebbe in piedi. Sarebbero sempre troppo banali, troppo poco articolate, troppo inesistente la trama, perché possano piacere.
Il romanzo è ambientato dagli anni '20 fino agli anni '50 circa e racconta di Amleto Silva che decide di sposarsi con Cirene, figlia di uno dei macellai del paese. Il matrimonio è prettamente d'interesse, anche perché Cirene ha qualche difficoltà nel consumare il matrimonio, difficoltà che sarà la causa della vita dissipata dell'uomo. Durante uno dei pochi rapporti, riescono però a concepire una figlia, Ortelia, che la madre cercherà di tenere in tutti i modi lontana dal padre e dalla macelleria. Fino a che non diventa adulta, si sposa e, complice la malattia del padre, colpito da ictus mentre era in un casino con la sua allegra combiccola di amici, si ritrova a gestire la macelleria. Una serie di sfortune si alterneranno nella vita della ragazza, fino al più o meno lieto fine. La trama è davvero davvero banale. Eppure riesce a catturarti, riesce a portarti all'interno del paese e a condividere con i protagonisti avventure e sventure.
Certo, se si vuole leggere qualcosa di serio e impegnato, non bisogna leggere Vitali. Ma se si ha bisogno di qualcosa di leggero, che non ti chieda di pensare e riflettere troppo, ma semplicemente di goderti quello che stai leggendo senza il minimo sforzo mentale, questo autore è semplicemente perfetto. E io andrò avanti a consigliarlo.
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