Dalla newsletter di LSDI arriva oggi un preziosissimo contributo al mio lavoro.
Nel diagramma curato dal grafico del Guardian Mark McCormick e proposto da Simon Roger in un articolo su Datablog, viene evidenziato il lavoro di attribuzione di senso ai dati (dataset) nel processo che ha come output la pubblicazione del dato giornalistico.
E' evidente quanto sia [debba essere] professionale il lavoro e, quindi, quanto necessario esso sia [debba essere] per chi, oltre a non avere il tempo, non possiede nemmeno i mezzi per una siffatta approfondita analisi.
La complessità delle azioni sui dati (il mio banale esercizio non le metteva affatto in evidenza) devono, se mai ce ne fosse bisogno, convincere del valore inestimabile che un tale "dato giornalistico" possiede. Un valore, quindi, da riconoscere.
Il parallelismo con il modello WIKiD è immediato. In estrema sintesi si potrebbe dire che il diagramma produce uno zoom sul percorso che va dal Dato alla Conoscenza. Un percorso che, modellando il WIKiD (come estensione dello schema CHOO-DETLOR-TURNBULL), ho - soltanto per sintesi - reso lineare.
E, lo ribadisco, proprio la complessità del professionale lavoro [evidentemente non alla portata del cittadino medio - che non ha tempo, che non ha studiato giornalismo, etc.] necessario a fare questo primo tratto di percorso verso la saggezza dimostra [avendone propedeuticamente riconosciuto il ruolo fondamentale di abilitatore di crescita sociale, oltre che culturale] la assoluta necessità di rendere disponibili ai cittadini stessi direttamente il prodotto giornalistico secondo precisi canoni di qualità.
Sulla qualità tornerò nei prossimi giorni.