Collage “Coriandoli” di Fausta Genziana Le Piane per la poesia di Iole Chessa Olivares intitolata “Il gesto del burattino”.
SCONFINARE
Alle spalle
la ricerca di senso
i suoi pezzi sparsi
messi insieme
per il lusso della mente.Ora
no alla voglia di casa
no al suo tepore
Ora sconfinare
tra parole dormienti
alleanze randage
fuggevoli accordi negati
inquietare di sfide
il “quasi inutile”
da parte a parte
con cuore disobbediente
fino all’orlo preciso
invulnerabile al pentimento.
Iole Chessa Olivares
IL SINGHIOZZO DELLA MENTE
Sale improvviso
il singhiozzo della mente
sale in delirio
fino all’oscura bruciante
follia
s’accomoda incolpevole
in un assolo
che perde la rotta.
Qui cade il sasso
qui s’allargano i cerchi
in un diluvio di partenze
e forse da lontano
urtano l’angelo
lungo il frusciare delle piume
sul confine degli addii.
Qui non c’è dolcezza
che giunga all’anima
o che porti prima del tempo
un po’ di rugiada al cuore.
Con molte lame vaga la notte
a cadenza di schianti, bisbigli
senza il pizzico
di una sensata stella.
Qui consumata d’innocenza
una prigione di fantasmi
arranca alla gogna nell’aria
e contro il buio soltanto suo
come può cospira
per un cielo in più
ogni volta…naufragando.
Iole Chessa Olivares
In queste due intense liriche, la Poetessa Iole Chessa Olivares percepisce con lucida coscienza la dimensione del presente espressa dalla ripetizione all’inizio del verso dall’avverbio di tempo “Ora” (contrapposto all’espressione “Alle spalle”) nella prima lirica e dall’avverbio di luogo “Qui” nella seconda. Siamo nel presente dove si insinuano i pericoli degli steccati della mente (protagonista in entrambe le poesie) con i suoi bruschi sobbalzi e le sue intermittenze. Si parla di “confine” (nella prima lirica) ma soprattutto di “naufragio” (nella seconda lirica). La metafora del naufragio riconduce il lettore al desiderio di abbandono e di lasciarsi andare della Poetessa.
La poesia testimonia il cambio di rotta di Iole: se ieri la mente cercava e ordinava il senso delle cose e del reale, se ieri erano le pareti domestiche a dare sicurezza, “ora” è altrove quel senso (la “mente” si oppone alla “follia”). E’ in una serie di termini ed espressioni significative e spiazzanti quali “alleanze randage”, “fuggevoli accordi negati”, “sfide inquietanti”, il “quasi inutile”. E’ insomma il regno del “cuore disobbediente”, pronto a “sconfinare”: la mente cede il posto all’abbandono fino a “perdere la rotta”.
Ora è tempo di varcare una frontiera, la frontiera della ragione. Bella la metafora del “nido”, che indica la “casa” (parola alla quale rimanda) col suo tepore al quale si oppone il desiderio di rompere gli argini per andare incontro all’ignoto. Secondo Bachelard, la casa significa l’essere interiore; la casa è anche un simbolo femminile, con il senso di rifugio, di madre, di protezione, di seno materno.
Il confine è sempre più un luogo e un tempo interiore da cui nasce un potente insieme di immagini e metafore.
I confini, i limiti, le zone d’ombra e di passaggio (fino ad arrivare alla follia della seconda lirica) devono essere resi visibili tramite una scritture che “dice – testimonia – le cose oscure”.