Mi sono spesso interrogato sul significato della vita e sulle varie interpretazioni che le correnti dogmatiche più rilevanti- i materialisti e i cristiani- ne attribuiscono. I primi negano tutto ciò che non percepiscono e non riescono a comprendere: sarebbe come se un cieco dovesse negare l'esistenza del Sole solo perché lui non riesce a vederlo. I secondi invece vagano nell'oblio della fede cieca ed evitano accuratamente di seguire, per la maggior parte dei casi, gli insegnamenti del loro vero maestro Gesù. Ai nostri amici negazionisti,uomini di fede - di quella più abbietta - dedico una perla dell'antico sapere:
Temere la morte altro non è che credere di esser saggi senza esserlo, di sapere ciò che non si sa. Infatti, nessuno sa che cosa sia la morte, se per l'uomo il più grande dei beni; eppure tutti la temono come se fossero sicuri che essa è il più grande dei mali. E non è forse la più riprovevole ignoranza, questa, di credere di sapere ciò che non si sa?Platone, dal libro "Apologia di Socrate"
Frank