Magazine Psicologia

Il Senso della Vittoria

Da Certifiedmentalcoachitalia

Spesso chi vince pensa che il suo sistema sia infallibile; il suo sistema ha funzionato in quella occasione, in quel contesto. Non c’è la certezza che possa funzionare in altre situazioni. Il rischio di sentirsi infallibili è l’anticamera del fallimento. Chi fa sport per professione sa che la vittoria porta profitti materiali, ma la cosa più importante in assoluto è la grande emozione che si vive.

Spesso chi vince pensa che il suo sistema sia infallibile; il suo sistema ha funzionato in quella occasione, in quel contesto. Non c’è la certezza che possa funzionare in altre situazioni. Il rischio di sentirsi infallibili è l’anticamera del fallimento. Chi fa sport per professione sa che la vittoria porta profitti materiali, ma la cosa più importante in assoluto è la grande emozione che si vive.

Molte volte, durante le trasferte, sentivo le mie giocatrici parlare delle loro vittorie. Delle finali disputate. Delle emozioni provate mentre salivano sul gradino più del podio per alzare al cielo trofei nazionali, continentali, mondiali.

Un giorno ho chiesto alla mia capitana: “Ma cosa si prova a vincere?”. “Quando vinci ti senti padrone del mondo, ma è difficile spigare ciò che provi, sicuramente sei felice”. Questa fu la sua risposta.

Lo sport è fatto anche di sacrifici, difficoltà, sofferenze, ansie e fatiche fisiche. Lavoro di mesi e anni.
Poi quando arrivi al risultato… ti accorgi che la soddisfazione e la felicità durano un nanosecondo.

Un istante brevissimo che però dà significato a tutto ciò che hai fatto. Un nanosecondo, perché poi vieni travolto dagli eventi, dalla festa per la vittoria.
E dopo la festa c’è la voglia di provare ancora la grande emozione della vittoria. Quindi riparti da dove hai finito per ritrovare quel nanosecondo di felicità.

E quel famoso attimo potrebbe anche non arrivare. Ma non importa.

Basket, Italia vs Croazia

Qualcuno ha detto “L’importante è vincere. Il solo partecipare è un lusso per coloro che hanno scarse qualità e tempo da perdere”.

Messa in questo modo potrebbe sembrare che chi non vince sia da considerare un perdente, una persona che ha lavorato male e che non è riuscita a ottenere il risultato prefissato. Niente di più sbagliato.

Chi vince è uno solo: è vero. Ma se gli altri hanno fatto il possibile e se hanno dato il massimo, non possono essere considerati perdenti. Sono avversari che sono stati battuti perché in quella occasione hanno trovato qualcuno più bravo di loro.

Quando una squadra arriva a giocarsi un titolo significa che ha fatto un grandissimo lavoro, ma davanti si troverà una squadra che avrà lavorato altrettanto bene. In una serie finale si parte alla pari, il fattore campo non conta, di fronte ci sono i migliori e quasi sempre i livelli tecnici si equivalgono.

Ho perso uno scudetto alla quinta partita della serie finale, dopo aver dominato la regular season.
Per tre minuti la mia squadra non ha più segnato e gli avversari, meritatamente, ci hanno soffiato un titolo che pensavamo già di avere in tasca.

Ero distrutto. Più di una volta mi è stato chiesto se fossi disposto a rivivere una situazione simile: un’emozione negativa terribile, uno scoramento fisico e mentale insopportabile.

Ebbene la risposta è sempre stata: sì. Rifarei tutta la trafila, sapendo che alla fine perderò, pur di rivivere quella situazione.

Qualcuno potrebbe pensare che sono masochista, io dico semplicemente che se così fosse, in ogni caso, starei giocando una finale per un titolo!

Quello che conta è provarci.

PROVARCI FINO IN FONDO, SEMPRE.

Lo sport fa vivere emozioni forti. E non solo. Lo sport è per definizione una fabbrica di emozioni. Ho sempre vissuto di sport, per cui il mio giudizio è probabilmente di parte, ma credo che nessun altro lavoro normale ti offra gli stessi brividi, le stesse emozioni forti e la sensazione di sentirti vivo sino all’ultima cellula del tuo corpo.

Fabio Fossati
Head Coach, Advisor FIP FIBAEUROPE, Sport Mental Coach


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