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Il senso delle elezioni

Creato il 09 marzo 2013 da Speradisole

IL SENSO DELLE ELEZIONI

In una recente intervista agli imprenditori della zona comasca, è saltato fuori che molti di loro hanno votato grillo, perché volevano esprimere un voto di protesta contro chi ha governato, in generale,  e quindi, in particolare, contro tutti i partiti che hanno fatto parte del Parlamento in questi anni. Ma non pensavano che la loro scelta fosse poi tanto condivisa da molti altri. Ci sono rimasti male anche loro.

Questa situazione mi ha fatto venire un mente una vecchia storiella.

LE ELEZIONI

somaro
Un giorno, quando la creazione era ancora nuova, gli abitanti del luogo organizzarono un concorso di canto al quale si iscrissero rapidamente quasi tutti i presenti, dal cardellino al rinoceronte.

Sotto la guida del gufo, venne decretato che la votazione per concorso sarebbe stata a scrutinio segreto e universale; avrebbero quindi votato tutti i partecipanti, componendo essi stessi la giuria.

Così fu.

Tutti gli animali, compreso l’uomo, salirono sul palco a cantare e ricevettero maggiori o minori applausi da parte del pubblico. Poi scrissero il voto sopra un foglietto e lo infilarono, piegato, in una grande urna sotto i diretto controllo del gufo.

Quando giunse il momento del conteggio, il gufo salì sul palcoscenico improvvisato e, con a fianco due anziane scimmie, aprì l’urna per iniziare il computo dei voti. Uno degli anziani  estrasse il primo voto e il gufo, nell’emozione generale, gridò:

«Il primo voto, fratelli, è per il nostro amico asino!»

Calò il silenzio, seguito da alcuni timidi applausi.

«Secondo voto: l’asino!»

Sconcerto generale.

«Terzo: l’asino!»

I concorrenti iniziarono a guardarsi sorpresi, poi si scambiarono occhiate accusatorie e alla fine, visto che continuavano a uscire voti per l’asino, erano sempre più vergognosi sentendosi in colpa per come avevano votato.

Tutti sapevano che non c’è canto peggiore del disastroso raglio dell’asino. Eppure, uno dopo l’altro, i voti lo designavano come il miglior cantante.

E così avvenne che al termine dello scrutinio, per «libera scelta della giuria imparziale» venne deciso che lo stonato e stridente raglio dell’asino fosse il vincitore. E venne dichiarato la «miglior voce del bosco e dei dintorni»

In seguito il gufo spiegò l’accaduto: ogni concorrente, certo di essere lui il vincitore, aveva dato il proprio voto al partecipante meno probabile, a colui che non avrebbe rappresentato nessuna  minaccia.

La votazione fu quasi unanime. Soltanto due voti non andarono all’asino: quello dell’asino che riteneva di non aver nulla da perdere e aveva votato in tutta sincerità per l’allodola, e quello dell’uomo che, ovviamente, aveva votato per se stesso.



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