L'assessore alla mobilità del Comune di Roma Guido Improta non ci dispiace. E' indubbiamente un amministratore di profilo enormemente superiore rispetto a coloro che lo hanno preceduto nel suo ruolo tanto che non si capisce per quale spirito di partito si abbassi a fare l'assessore a Roma guadagnando le due lire che si guadagnano ricoprendo quel ruolo.
Improta, insomma, per caratteristiche, curriculum e capacità, potrebbe fare l'amministratore delegato o il dirigente di qualche mega azienda pubblica. Roba, giustamente, da 10 o 15mila euro al mese, non certo da 3mila. Eppure è qui, da due anni, a combattere contro le assurdità di Roma e dei Tar. Sempre sul punto di andarsene a fare qualcosa di meglio, ma qui.
E' una risorsa per la città e per questo ci capita spesso di criticarlo, perché sappiamo che con la sua lucidità e la sua capacità si potrebbero mettere sul giusto binario tante questioni abbandonate negli ultimi anni.
Se la strada sulle strisce blu o delle tariffe Ztl è stata subito quella corretta (e speriamo che l'assessore sia davvero duro sul ridicolo pronunciamento del Tar che blocca la corretta riforma con motivazioni semplicemente vomitevoli), lo stesso non si può dire su due partite che il Comune semplicemente non si sta giocando. Non solo sta perdendo, ma proprio ha deciso di non giocare. Peccato però che siano due partite fondamentali per vincere la battaglia della mobilità urbana. Due partite che nessuna città occidentale si sognerebbe di trascurare come sta invece facendo la Giunta di Ignazio Marino.
Stiamo parlando della faccenda dei parcheggi interrati e della faccenda delle corsie preferenziali e della loro relativa protezione.
Sui primi Guido Improta ha fermato tutto. Certo, il Piano Pup fa e faceva schifo per come era concepito, ma questo è un buon motivo per non fare parcheggi interrati che possono essere l'unica salvezza per la mobilità e per la sosta in città? E' un suicidio. Un suicidio che Improta compie rivendicandolo: "ammetto che siamo fermi". Alla faccia. E' come se il Ministro delle Finanze dicesse: "ammetto che stiamo fermi sull'evasione fiscale, ma stiamo facendo altro". Ma santo iddio, fai altro ma fai anche quello, visto quanto è fondamentale.
Riguardo invece alle corsie preferenziali l'attendismo è ancor più grave: perché non servono grandi piani, norme e investimenti. Serve solo un po' di lucidità. Serve solo copiare quel che fanno all'estero. Serve solo capire l'importanza cruciale di aumentare la velocità commerciale dei mezzi pubblici e, al contempo, l'importanza cruciale di combattere la sosta selvaggia sulle aree dedicate a bus e tram. A Roma c'erano i cordoli, la criminale Giunta Alemanno li tolse adducendo motivazioni ridicole relative alla inesistente pericolosità degli stessi. In realtà vennero tolti perché l'allora vicesindaco era un tipo che rispondeva al nome di Cutrufo invischiato in patetiche associazioni di motociclisti. Insomma sì, avete capito, i cordoli a protezione delle preferenziali furono tolti per consentire alle due ruote di far lo slalom. Da quel momento fu il panico: la doppia fila comparve su strade dove non era mai stata, perché tanto la si poteva svicolare passando sulla preferenziale che non era più protetta. Un'autentica tragedia - anche per i pericoli che comporta - che è stata duramente condannata dalle urne con i risultati del 2013, ma rispetto alla quale Improta e Marino hanno deluso cocentemente i loro elettori: votati per cambiare tutto, non han cambiato nulla di nulla. E quando qualcuno ha fatto notare, ufficialmente (come il Movimento 5 Stelle in una interrogazione), la cosa a Improta lui ha risposto: "le borchiette sono sufficienti a proteggere le preferenziali".
Gli utenti del trasporto pubblico e dei taxi (per spiegare le due foto qui sopra) che stanno in fila, pagando, dietro alle auto private, vi ringraziano, cari amministratori. Quando inizierete a capire che loro sono le prime persone da tutelare e rispettare? Cosa altro dobbiamo diventare dopo essere l'ultima città per velocità commerciale dei mezzi pubblici in occidente?