Vi ritrovate in macchina di fronte ad un bivio, il vostro navigatore satellitare vi ha abbandonati da tempo e tocca a voi decidere quale strada prendere: questa può essere davvero una brutta gatta da pelare soprattutto se in auto con voi c’è la vostra compagna che insiste per andare nella direzione opposta a quella che vorreste scegliere. Se siete convinti che il vostro senso di orientamento sia migliore di quello della vostra “antagonista” di viaggio, forse non avete del tutto torto. Secondo una ricerca scientifica pubblicata sulla rivista Behavioral Brain Research e condotta presso la Norwegian University of Science and Technology di Trondheim i maschi possono contare su un senso dell’orientamento maggiormente sviluppato, frutto delle differenze cerebrali che si sono evolute nel tempo e che differenziano il cervello dei due sessi.
La conclusione dello studio arriva dopo una sperimentazione realizzata in laboratorio e che ha coinvolto 36 persone di entrambi i sessi. A ciascuno dei partecipanti è stato richiesto di muoversi, attraverso l’utilizzo di appositi occhialini e di un joystick, all’interno di un labirinto virtuale nel quale cimentarsi con alcune prove o missioni della durata di circa 30 secondi.
Durante la sperimentazione i ricercatori hanno monitorato l’attività cerebreale dei soggetti attraverso una risonanza magnetica per individuare le aree del cervello coinvolte dalle operazioni. Al termine della ricerca i maschi, potendo contare su un miglior senso dell’orientamento all’interno del labirinto, erano riusciti a risolvere il 50% in più delle missioni rispetto al gruppo delle donne. L’analisi cerebrale condotta ha evidenziato che mentre le femmine sfruttavano maggiormente le zone frontali del cervello, gli uomini tendevano ad utilizzare di più l’area dell’ippocampo, area strettamente connessa all’impiego dei punti cardinali.
E’ proprio il riferimento ai punti cardinali che consente, secondo i ricercatori, di ottenere dei migliori risultati di orientamento nei maschi. La conferma della tesi scientifica è arrivata in una seconda fase della sperimentazione in cui sono state coinvolte altre 42 volontarie alle quali è stato richiesto di eseguire il medesimo esercizio. Ad una parte delle donne, però, prima di iniziare il test è stata somministrata una goccia di testosterone, confermando al termine della sperimentazione che chi aveva ricevuto l’ormone maschile aveva ottenuto dei risultati migliori nei test. Sebbene la strategia di orientamento era rimasta pressochè identica le donne che avevano usato maggiormente l’area dell’ippocampo avevano dimostrato una conoscenza del labirinto molto più approfondita rispetto al gruppo di controllo.