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Il senso di Vespa per le tette

Da Silvanascricci @silvanascricci

Il senso di Vespa per le tette

Visualizzate la scena, please.

Velluti rossi della Fenice di Venezia, signore in abito lungo e signori in elegante smoking, l’architettura magica di Venezia che vi attende.

Sul palco si erge una presentatrice, che so la Clerici ad esempio, che invita lo scrittore, bravo e belloccio, a ritirare il premio per la sua meravigliosa opera letteraria e mentre l’emozionato ragazzo sale le scale, la brava presentatrice dice: “Ecco il vincitore e prego la regia di inquadrare la strepitosa patta dei calzoni ed il suo invidiabile pacco”.

Sguardi furtivi tra i convenuti, bisbigli tra le file della platea, rumoreggiare in sala, e forse, financo qualche fischio, verso la presentatrice rea di cotanta volgarità e sfacciataggine.

Ebbene è quello che è successo l’altra sera a Venezia durante la premiazione del Campiello.

Ovviamente a parti invertite.

Vespa che nel presentare l’autrice del libro “Acciaio”, ha introdotto l’autrice, Silvia Avallone, invitando la regia ad inquadrare ed il pubblico ad ammirare lo “splendido decoltè”.

Ovvio che gli occhi di tutti sono andati sul seno dell’autrice, esattamente come sarebbero andati sulla patta del ragazzo del caso di prima.

Vespa è soltanto l’ultimo esempio, l’ultimo esemplare maschio a comportarsi così; è l’ennesima riprova che, non importa il contesto, non importa la bravura, non importa la collocazione dell’evento, le donne sono solo carne da macello, solo pezzi da esposizione, solo parcelizzazioni di essere da fruire e godere.

Ah, naturalmente siamo noi donne che non sappiamo apprezzare un complimento, una galanteria.

Ovvio.



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