Una storia toccante ricca di umiltà, sgomento, amarezza, ma anche coraggio, forza, comprensione. Jasvinder ricorda la sua infanzia, le giornate in famiglia, le sue chiacchierate col padre nel suo orto. Ma un bel giorno anche il suo destino è segnato, come è stato per le sue sorelle. Appare una foto di un uomo ben più vecchio di lei: diverrà sua moglie e lascerà la scuola e la sua famiglia per servirlo. “Una donna deve accettare la propria condizione. Altrimenti è una donnaccia.” Anche se è solo poco più di una bambina… Lei decide di scappare col suo vero amore, un chamar, uno di casta inferiore, che importa se è onesto, se lavora in uno studio di ingegneria, se vuole prendersi cura di lei perché la ama, lui è il nulla e la loro relazione disonora la famiglia.
Il susseguirsi degli eventi rende il racconto a tratti davvero agghiacciante e pensare che i crimini descritti in questo libro non sono altro che la normalità per talune culture. Da notare inoltre che si consumano in Inghilterra, ma potrebbe essere anche Italia o qualsiasi altro Paese occidentale e ai giorni nostri. L’omertà li nasconde, li cela dietro il terrore di perdere tutto: il rispetto, la famiglia, l’onore. Chi non rispetta le regole sguazzerà nel fango, invisibile a tutti o peggio ancora pagherà con la sua stessa vita.
Jasvinder non perde mai la sua dignità, alla fine trova una forza e un coraggio senza pari per affrontare la sua stessa vita e aiutare tutte le donne che come lei vogliono fuggire al loro assurdo destino. Come rimanere indifferenti a questa storia che è la vita stessa dell’autrice? Un libro da leggere assolutamente, scorrevole, ricco di emozione e di spunti di riflessione. Storie d’amore, d’amicizia, tormenti interiori e umanità colorano il libro dalle cui pagine ogni tanto si possono odorare le note speziate della cultura asiatica.
(Recensione a cura di Irene Pecikar, scrittrice , tratta dal sito SOLOLIBRI.NET).