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IL SESTO SENSO visioni oltre la vita

Creato il 10 ottobre 2012 da Soniab

Sensibilità.

Empatia.

Contatto.

Tre parole che cadono a pennello in un post per un blog come questo.

Da quando ho iniziato a scriverci, porto avanti il viaggio in tutto ciò che è oltre, oltre regole e convenzioni. Pongo lo sguardo al di là delle apparenze, sicura di trovarci qualcosa di non percepito, nascosto e proprio per questo di maggior importanza rispetto a tutto il resto.   Un discorso che vale ancor più con le persone, con l’altro di noi stessi che in pochi “toccano”.   Eh sì, perché percepirlo, vederlo non è sempre facile, ma ancora più difficile è accettare la scommessa di avvicinarlo e toccarlo.

L’essenza più nascosta.   L’essenza che resterà sempre.   Forse l’anima.   Ognuno può dargli il nome che vuole.   La vita non credo finisca in ciò che vediamo. E forse, ci sono Essenze intono a noi.   Per esperienza personale, penso di averne incontrate anche più di una.   Angeli?   Non so. Anche se al momento era l’unico nome che scelsi di dare.   Probabilmente, perché ero in una situazione critica, l’Essenza, in forma di persona apparve da non so dove, mi ha aiutata, per poi perdersi lungo una strada…Oppure, quelle Essenze di persone che abbiamo conosciuto in vita e non ci sono più… Il discorso si fa complicato, ma non penso occorra stare tanto a pensarci.   La questione sta nel sentire, percepire. La disposizione soggettiva verso qualcosa di poco definito secondo canoni tradizionali.  

   “Vedo la gente morta.”

è la frase più famosa de Il sesto senso. Il suo protagonista, un bambino inseguito e disturbato da visioni, si presenta come il nuovo caso per il dottor Crowe, che entra in confidenza con lui, cerca di aiutarlo, di comprendere cosa gli faccia paura.   Tutto però sembra ricondurre al ricordo di un caso seguito tanti anni prima, ad un bambino che non è riuscito ad aiutare e che ha poi deciso di cambiare la vita del dottor Crowe e di sua moglie.   Crowe anche non è libero, vittima di un senso di “trasparenza” agli occhi della moglie, con la quale non riesce più a comunicare, che sembra ignorarlo. Crowe sta per cedere, intende smettere di seguire il caso di Cole ma quando il bambino gli confessa la sua paura, è l’inizio del viaggio dello stesso dottor Crowe. Quel viaggio verso la conoscenza della sua Verità.   In realtà, è Cole che sta aiutando lui. Perché Cole non è un bambino malato, ha un dono.

IL SESTO SENSO visioni oltre la vita

Mi piace interpretare questo film secondo una chiave di lettura che lasci trasparire il messaggio di quanto una sensibilità spiccata, se si vuole fuori dal normale, possa essere una capacità speciale. Una capacità di cui non avere paura. Mi piace leggerci un contatto tra mondi diversi e paralleli, in cui il male non esiste. Perché chi è dall’altra parte può solo saperne di più. Può solo dirci di più. Oppure, in un discorso più ampio, il sesto senso che qualcuno può avere è semplicemente la disposizione verso l’altro di cui dicevo all’inizio. Altro come mondo intorno, persone e cose.   C’è chi percepisce l’Essenza anche di un oggetto, di un luogo. Forse, c’è anche questo messaggio nel film, dato che si  il regista crea più atmosfere di suspace che horror, predilige i dialoghi, la musica e i colpi di scena.   La comprensione. Sì, perché il bambino cerca solo di non essere più considerato come uno scemo. La fiducia. Quella che il dottor Crowe si guadagna, attraverso la comprensione e che lo porterà Cole a capire la sua unicità.   E sul finale, il dottor Crowe può capire anche cosa è accaduto davvero, chi è e dire a sua moglie ciò che avrebbe voluto.   Due Essenze, due realtà posso essere di nuovo in contatto, se ci lasciamo guidare dal sesto senso.


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