È diventata una scena cult del cinema: quella in cui E.T. (nell’omonimo film di Steven Spielberg) puntando il dito spropositato verso l’alto dice le fatidiche parole: “Telefono-casa”. Con l’aiuto dei piccoli amici umani, l’alieno riuscirà poi a comunicare con i suoi simili utilizzando un dispositivo costruito con i più svariati oggetti. Una scena, in un certo senso, molto meno incredibile di quanto non sembri.
DOV'È IL TELEFONO DI E.T.?
Micheal Gillon, astrofisico dell’Osservatorio di Ginevra, in un recente articolo ha infatti scritto che un’eventuale civiltà extraterrestre che stia osservando e controllando il nostro sistema solare con una o più sonde artificiali avrebbe bisogno di collocare anche una potente trasmittente, in grado di inviare i dati fino al pianeta di origine. Ma dove piazzarla?
Gli astuti alieni, dice Gillon, potrebbero risparmiare parecchia energia ed evitare vari problemi tecnici sfruttando il campo gravitazionale del Sole come potente amplificatore per spedire e ricevere messaggi dalla loro stella. Questo fenomeno è noto come “lente gravitazionale” e permette di concentrare la radiazione elettromagnetica, proprio come un vetro lo fa con i raggi luminosi.
Per poter funzionare, il sistema necessita di un ricevitore collocato vicino alla stella di partenza, presso il cosiddetto “punto focale solare”. In questo modo la coppia trasmettitore/ricevitore otterrebbe dalla lente gravitazionale un incremento straordinario dei segnali, pari ad un fattore di 500 miliardi di miliardi di volte. Secondo Claudio Maccone, dell’Accademia Internazionale di Astronautica, usando solo il potenziale gravitazionale potremmo comunicare con una sonda spedita verso una qualsiasi delle stelle attorno a noi.
IL FENOMENO DELLA LENTE GRAVITAZIONALE