Pacific Trash Vortex, ovvero il settimo continente, quello che siamo riusciti a creare noi umani con le nostre abitudini, o meglio le nostre cattive abitudini.
Infatti parte dei nostri rifiuti va ad aumentare il Pacific Trash Vortex, un
vortice di spazzatura composto per l’80% da plastica e il resto da altri rifiuti, che si trova nell’Oceano Pacifico. Si tratta di un’isola di circa 2500 chilometri di diametro, profonda 30 metri.Questa discarica si è formata a partire dagli anni cinquanta, in seguito all’esistenza della North Pacific Subtropical Gyre, una corrente oceanica che si muove in senso orario a spirale. L’area è una specie di deserto oceanico, dove la vita è ridotta solo a pochi grandi mammiferi o pesci e in aggiunta causa la morte di più di un milione di uccelli e 100mila mammiferi marini l’anno. Quando il materiale della discarica finisce al di fuori del vortice può arrivare alle Isole Hawaii o addirittura in California. In alcuni casi la quantità di plastica che si arena su tali spiagge è tale che si rende necessario un intervento per ripulirle, in quanto si formano veri e propri strati spessi anche 3 metri. La maggior parte della plastica giunge dai continenti, per cui siamo noi a produrla…solo il resto proviene da navi private o commerciali e da navi pescherecce.
Charles Moore si imbattè in questo mare di immondizia nel ’97 e la scoperta gli cambio la vita. Fondò infatti Algalita Marine Research Foundation, dal nome del suon catamarano utilizzato per le ricerche marine, con lo scopo di studiare possibili soluzioni per rimediare all’enorme scempio.
la prossima volta che ci chiedono se vogliamo una busta di plastica riflettiamo sulle conseguenze della nostra scelta.