15 luglio 2012 Lascia un commento
Il cavaliere è entrato nell’acqua e si sta rinfrescando il viso e il collo, come se volesse lavar via gli incubi della notte, del viaggio, della vita.
Quindi torna al suo giaciglio, si inginocchia, giunge le mani, prega.
Non ci è dato sapere se ringrazi Dio per averlo conservato in vita, o se gli chieda aiuto per un qualche segreto proposito di vendetta.
È ora di rimettersi in cammino.
Ha aperto il sacco per riporvi le sue cose quando una figura gli si fa incontro, pallida, spettrale, avvolta in un lungo mantello nero.
«Chi sei tu?» chiede il cavaliere, la voce ferma e pacata, ormai senza paura.
«Sono la Morte.» risponde la figura col mantello.
«Sei venuta a prendermi?»
«È già da molto che ti cammino a fianco.»
«Me n’ero accorto.»
«Sei pronto?»
«Il mio spirito lo è, non il mio corpo.»
Il cavaliere s’è alzato in piedi a fronteggiare meglio il suo potente interlocutore. La Morte avanza e dispiega il mantello come se fossero ali.
«Dammi ancora del tempo.»
«Tutti lo vorrebbero. Ma non concedo tregua.»
«Tu giochi a scacchi, non è vero?»
«Come lo sai?»
«Lo so. L’ho visto nei quadri, lo dicono le leggende.»
«Sì, anche questo è vero, come è vero che non ho mai perduto un gioco.»
«Forse anche la Morte può commettere un errore.»
«Per quale ragione vuoi sfidarmi?»
«Te lo dirò se accetti.»
«Avanti allora…» lo invita la Morte.
I due siedono alla scacchiera e si studiano in silenzio.
«Perché voglio sapere fino a che punto saprò resisterti, e se dando scacco alla Morte avrò salva la vita.» riprende il cavaliere.
Ha preso in mano due pedoni e sorteggia le parti.
«Ti tocca il nero.» dice il cavaliere.
«Si addice alla morte, non credi?»
Ora i pezzi sono sistemati nella posizione d’inizio.