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Il significato della compassione

Creato il 17 luglio 2011 da Andrea Rattacaso @rattablog2
Il significato della compassioneQuesta mattina, mentre facevo la mia sana colazione con latte e cereali, stavo vedendo in DVD un cortometraggio del film di animazione Kung Fu Panda, "Il segreto dei cinque cicloni".
Si parlava, in modo molto semplificato, dei 5 segreti del kung fu che in realtà non erano null'altro che virtù collocabili in qualsiasi cultura: pazienza, coraggio, fiducia in se stessi, disciplina e compassione.
Quest'ultima, la compassione, ha generato in me delle domande, proprio perché in fondo non ho mai capito cosa sia veramente. Come al solito sono andato ad indagare...
La parola compassione deriva dal latino e significa 'patire insieme con'. L'essere compassionevoli infatti è la fusione di tre capacità:
  • comprensione delle sofferenze;
  • remissione delle colpe di chi vediamo soffrire;
  • empatia con chi soffre.
La sinergia tra comprensione e remissione delle colpe è ciò che solitamente viene chiamato perdono.
Tante volte, spessissimo, non aiutiamo qualcuno perché "non lo merita", perchè "è colpa sua se è in quella situazione". Purtroppo la gente può avere questo atteggiamento perché è abituata ad un altruismo inefficace, a risolvere i problemi al posto degli altri anziché insegnare a risolverli da soli, rendendoli così autosufficienti.
Quando comprensione ed empatia si uniscono, facciamo diventare nostra la sofferenza degli altri a tal punto da desiderare quanto loro di trovare una soluzione. La compassione è quindi l'anticamera dell'altruismo, è il divenire responsabili della persona che vediamo soffrire avendo così la motivazione per aiutarla a stare bene.
Per riflettere sull'utilità dell'essere compassionevoli, vi invito come al solito a ragionare per estremi: provate ad immaginare ad un mondo dove ognuno pensa a se stesso e poi ad un altro mondo, dove tutti siamo compassionevoli. 
Tra questi due estremi irreali, quale vedete più positivo?
Converrete con me quindi se vi dico che l'umanità, per stare meglio, dovrebbe tendere all'estremo più positivo, anche se non lo raggiungerà mai, anche se ci sarà sempre qualcuno che se ne approfitterà e qualcun altro che subirà ingiustizie.
Purtroppo l'uomo è un essere imperfetto, ma che male c'è a tendere alla perfezione?


Vi auguro buona domenica.
"Compassione e pietà sono assai differenti. Mentre la compassione riflette l'anelito del cuore a immedesimarsi e soffrire con l'altro, la pietà è una serie controllata di pensieri intesi ad assicurarci il distacco da chi soffre."  
Paul C. Roud


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