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Il signor F e il momento sportivo

Creato il 08 febbraio 2013 da Flavio Naspetti @flavionaspetti
Mi considero un appassionato di videogiochi a fasi alterne: passo momenti di puro epicismo, dove gioco a titoloni di grosso calibro, spesso quelle kill application che da sole giustificano l'acquisto di una determinata console. E' successo con Playstation 2, giocandomi Devil May Cry e Metal Gear Solid 3. E' accadatuto con Xbox con Halo e Fable. Con Xbox360 per Gears of War. Oppure su Nintendo DS, con il professor Layton.
Recentemente la storia di è ripetuta con Playstation 3, con la trilogia di Uncharted.
Ed ho elencato, seppure in maniera incompleta, solo le esclusive, tralasciando i titoli multipiattaforma (Assassin's Creed, Mass Effect, Fallout, Dead Space e via dicendo...). Come potete immaginare insomma, ho cercato di recuperare titoli importanti, in maniera anche piuttosto onnivora, perchè fondamentalmente a me piace conoscere il parco titoli di una console.
Tuttavia... ho iniziato l'argomento parlando di fasi alterne. Perchè a questa fase ricchissima di colpi di scena, trame mozzafiato e momenti indimenticabili si alterna... il MOMENTO SPORTIVO!
Cercando un po' tra le varie categorie di videogiocatori, ne esistono due piuttosto comuni: i videogiocatori di gioconi, come quelli che vi ho elencato prima. E gli amanti degli sportivi, FIFA e compagnia bella. O di giochi di auto. Tra questi, ci sono quelli che comprano FIFA tutta la vita e non è detto che amino un gioco di corse. E viceversa.
Questa categoria sono i giocatori settoriali, che usano la console per un solo tipo di gioco, perchè gli piace quello e quello vogliono giocare. Magari a volte danno possibilità a giochi differenti, ma è raro. Chi gioca calcio (in maniera pesante), difficilmente digerisce aliene dipinte di blu (no... Avatar non c'entra).
Io invece sono un po' particolare.
Lo dico non perchè mi ritenga speciale, ma perchè tra i miei amici non conosco altri che si comportano come me. Dopo infatti la fase dei gioconi, passo inevitabilmente ad un gioco sportivo, spesso FIFA o PES, a seconda di quale mi piace di più. E non si tratta di una partitella del cavolo... inizio proprio il campionato! Faccio crescere i giocatori, la squadra... insomma, mi ci immergo.
Recentemente, tanto per restare in tema, m'è venuta voglia di Formula 1. Così, dal nulla...
Quelle voglia che bussano alla porta e tu fai in tempo a dire "chi è?" che entrano a piedi pari e si siedono al divano di casa tua. E tu non le mandi via, perchè ti incuriosiscono e ti fanno dire la frase fatale:
"Perchè no?"
Una frase che penso abbia fatto più danni di tante altre. Ma non è tanto questo il punto.
Ho rimediato, pagandolo una decina di euro usato, Formula 1 2011. Pagato volutamente poco proprio perchè avevo la sensazione che si sarebbe trattata di una stupida voglia del momento, e che quindi andava soddisfatta ma senza troppi rimorsi.
Cosi ho infilato il disco nella console... inzio a giocare... prove libere, qualifiche... GARA.
Oh... e mi ci sono appassionato!
Il gioco in se è ben fatto, appassionante e molto gratificante (quando riesci a completare un giro senza uscire di pista...) e con difficoltà molto scalabile e perfettamente adattabile a tutti gli utenti. Insomma, soldi ben spesi, per un gioco che mi sta tenendo incollato al controller.
"Ma perchè mi piace così tanto?" mi sono chiesto.
No perchè credo che i giochi di Formula 1 siano un po' particolari, l'impulso e la soddisfazione di giocarci è diversa da quella di un gioco di racing tipo Gran Turismo o Forza Motorsport.
Poche macchine, pochi tracciati, diventa quindi essenziale lo scopo puro, ovvero la velocità, il superare l'avversario per quei centesimi o millesimi di secondo, dopo aver eseguito quella curva al massimo, senza neanche perdere un briciolo di aderenza. Mi sembrava quindi un po' strano che mi appassionassi ad un gioco cosi particolare e settoriale come utenza... al che mi son ricordato di molti anni fa.
Molti anni fa, quando i videogiochi avevano altri standard qualitativi, ci si spassava con un caro vecchio Gran Prix 2. Su PC ovviamente, con questa fottuta modalità di alternarsi alla sedia e proseguire la corsa per un giro o due. Il bello della gara era quindi darsi battaglia in qualifica, dove la pole position era già la vittoria. Mi ricordo che talmente preso da GP2 che tempo dopo comprai GP3, ansiosissimo di provarlo dopo le ore e ore passate a GP2.
E andando ancora indietro, mi ricordo di quando da piccolo mi piaceva tantissimo giocare con le care vecchie Polistil, una passione che ho ripreso quando non ero più proprio piccolissimo, assieme a un po' di amici del periodo, comprando set per migliorare le auto. Passione un po' del cavolo, dato che era più il tempo che si passava a pulire le barbe delle macchine e raschiare l'ossido dai contatti della pista.
Partita come curiosità, è stata la nostaglia a farmi ri-appassionare alla formula 1, facendomi ritornare un po' bambino. Una cosa che quando accade mi fa sempre un po' riflettere, che mi mette diversi interrogativi su perchè a volte ci piace qualcosa.
Ci piace perchè è bella? Perchè ne abbiamo bisogno? O perchè ci tiene ancorati col passato, che ci ricorda un momento particolarmente spensierato della nostra vita che vogliamo rivivere? Ma se così fosse, come valutare l'effettiva qualità di qualcosa con cui entriamo in contatto, sia esso un gioco, un oggetto o anche del cibo? Se veniamo colpiti da cose che solleticano la nostra memoria potrei quasi pensare che coltivare il nostro background culturale possa viziarci eccessivamente e alterare la nostra capacità di giudizio.
Ma in fin dei conti... i sentimenti non si basano su reazioni e comportamente irrazionali? Quando siamo innamorati non facciamo stupidaggini?
Non ci sarebbe nulla di sbagliato in tutto questo, se non fosse che mi rendo conto di quanto possa essere quindi difficile far capire ad una persona, che non si sente colpita così dal profondo, di quanto a noi importa di quella determinata cosa, non tanto perchè la riteniamo bella, ma di quanto questa faccia parte di noi stessi, e ci parli di noi stessi, del nostro passato.

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