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Il signore degli anelli: la fine del mondo secondo J.R.R. Tolkien

Creato il 19 marzo 2012 da Martinaframmartino

Il signore degli anelli: la fine del mondo secondo J.R.R. Tolkien

“«È una lunga storia. Risale ai primordi, su su fino agli Anni Neri, che solo i dotti e gli eruditi ricordano ancora. Se ti dovessi raccontare tutta la storia, saremmo ancora seduti qui quando l’inverno sarà succeduto alla primavera.

«Ma ieri sera ti ho parlato di Sauron il Grande, l’Oscuro Signore. Le voci che corrono sono vere: egli s’è messo di nuovo in movimento, abbandonando il suo forte nel Bosco Atro per ritornare ad abitare la vecchia fortezza nella Torre Oscura. È un nome che persino voi Hobbit avete sentito, come un’ombra ai confini delle vecchie storie. Sempre, dopo una disfatta ed una tregua, l’Ombra si trasforma e s’ingigantisce nuovamente».

«Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni!», esclamò Frodo.

«Anch’io», annuì Gandalf, «come d’altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato. E ormai i giorni cominciano ad apparire neri e foschi. Il Nemico sta diventando rapidamente molto forte. I suoi piani sono lungi dall’essere maturi, credo, ma sono già a buon punto. Dovremo lottare con accanimento. Avremmo dovuto farlo anche senza questo terribile evento. Al Nemico manca ancora una cosa che gli possa dare la forza e la scienza necessarie a demolire ogni resistenza, distruggere le ultime difese e far piombare tutte le terre in una seconda oscurità: gli manca un Anello: l’Unico.»

J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli, pagg. 83-84

Non si può parlare di fine del mondo in chiave fantasy e non parlare di quest’opera. Magari a leggere queste parole ci sarà chi griderà e mi darà dell’ignorante, affermando che Tolkien non ha inventato il fantasy e che esistevano già molti romanzi prima della pubblicazione del Signore degli anelli. Ma, anche se questo è vero, il fantasy così come lo conosciamo forse non esisterebbe senza l’opera di Tolkien. Forse avrebbe preso altre strade, o sarebbe rimasto ancor più nel ghetto, perché se è vero che chi legge mainstream ci guarda dall’alto in basso, come se noi leggessimo solo storielle per bambini (con tutto il rispetto per le storie per bambini, che a volte sono dei veri e propri capolavori), è anche vero che siamo tanti grazie anche a una Compagnia che molti anni fa ha iniziato un lungo viaggio con il solo scopo di perdere un anello.

Tolkien aveva già scritto Lo Hobbit, pubblicato nel 1937, ma quella era una storia per bambini. Bella, affascinante, capace di farmi innamorare in un solo istante del genere, ma destinata in primis ai suoi figli e dall’orizzonte tutto sommato limitato, con un piccolo gruppo di personaggi che parte alla ricerca di un tesoro perduto. Qui il tesoro perduto è già stato ritrovato ma va perso ancora una volta, pena la fine del mondo.

Il signore degli anelli solo all’inizio si pone come seguito di Lo Hobbit. Alcuni personaggi e alcuni luoghi compaiono in entrambe le storie, e l’anello che Frodo deve perdere è quello che Bilbo ha trovato, ma l’orizzonte è molto più vasto. Entra in scena la storia, non solo quella di Bilbo ma quella della Terra di Mezzo. Gandalf parla di Isildur, Gil-galad ed Elendil, e parla di un anello forgiato in tempi antichissimi.

Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,

Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,

Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,

Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra

Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende.

Un Anello per domarli, Un anello per trovarli,

Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,

Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende.

A quanti di noi vengono i brividi nel leggere queste parole? Aspettativa, anticipazione, eccitazione e paura. Se l’Ombra dovesse vincere, cosa rimarrebbe degli uomini?

La storia di Sauron era iniziata tanto tempo prima, nel Silmarillion, l’opera magna iniziata prima del Signore degli anelli e alla quale Tolkien stava ancora lavorando al momento della morte. Il Silmarillion mostra l’incredibile profondità della Terra di Mezzo con i suoi miti e le sue leggende, con figure divine, elfi e uomini che lottano, amano, soffrono e a volte anche muoiono, perché non è detto che i buoni vincano sempre e che ogni vittoria sia indolore. L’anello, forgiato tanto tempo prima, torna in questa storia, e se Sauron dovesse riaverlo per il mondo sarebbe la fine. L’unica speranza per le razze che lo abitano è costituita da una piccola ed eterogenea compagnia impegnata in un lungo viaggio.



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