Il Signore della Torre
Serie L’Ombra del Corvo
di Anthony Ryan
Un fantasy epico che esplora temi come lealtà, guerra e fede religiosa. Vaelin Al Sorna, Fratello del sesto ordine, è stato addestrato fin dall’infanzia a combattere e uccidere al servizio della fede. Ha guadagnato molti nomi e quasi altrettante cicatrici Intrappolato in una guerra ingiusta da un re folle o geniale, Vaelin cerca di rispondere alla domanda che deciderà il destino del regno: … sai quello che ti aspetta?
1. Blood Song – Il Canto del sangue
2. Tower Lord – Il Signre della torre
3. Queen of Fire – Inedito
Titolo: Il Signore della Torre
Autore: Anthony Ryan (Tradotto: Gabriele Giorgi)
Serie: Raven’s Shadow #2
Edito da: Fanucci
Prezzo: cartaceo 15,30 € // ebook 6,99 €
Genere: Narrativa, Fantasy
Pagine: 380 p.
Trama: Dopo anni di prigionia nell’Impero Alpirano, Vaelin Al Sorna è tornato nel Regno. Non è più il guerriero al servizio della Fede che era un tempo: ha deciso di abbandonare l’Ordine cui apparteneva e ora la sua spada è avvolta in un fagotto di tela, per non essere più usata. Ma anche il Regno è cambiato: sul trono che fu del cospiratore e guerrafondaio Janus, ora siede suo figlio Malcius, intenzionato a costruire palazzi, strade e ponti, e anche più tollerante verso i diversi orientamenti religiosi; nel frattempo sua sorella, la principessa Lyrna, sta andando a stipulare una pace con i selvaggi Lonak. Il re nomina Vaelin Signore della Torre delle Lande Settentrionali e lo invia a nord per governare quelle terre. Ma nel frattempo una nuova minaccia sta sorgendo, un’invasione pianificata da lungo tempo da una forza al di là dell’oceano, intenzionata a spazzar via il Regno. E per fronteggiarla, Vaelin, guidato dal canto del sangue, il dono magico che gli scorre nelle vene, sarà costretto dopo molto tempo a rimettere mano alla spada. Dopo il Canto del sangue, Anthony Ryan conferma il suo grande talento narrativo con il secondo capitolo del ciclo L’Ombra del Corvo.
di Sil.lav
Siamo al secondo capitolo della Serie “L’Ombra del Corvo” e ci troviamo di fronte un libro che approccia la storia in modo totalmente diverso dal precedente. Mentre nel primo libro, dopo una introduzione narrativa fatta in terza persona, abbiamo una sola voce narrante, in questa nuova avventura la storia ci viene raccontata da diversi punti di vista.
Questa diversa scelta stilistica coglie completamente impreparati, niente dalla trama lascia intuire uno stravolgimento nella narrazione. Se ci eravamo affezionati a Valien al Sorna e pensavamo di continuare a leggere le sue “disavventure” rimarremo delusi, la sua presenza prenderà solo un quarto del libro. Tante sono le voci narranti della storia, Al Sorna si contende il racconto con altre tre figure, due già note e una totalmente nuova.
La prima voce narrante è la new entry Reva. Una ragazza intraprendente e volitiva a cui è stato fatto il lavaggio del cervello fin da bambina. Maltrattata, picchiata in nome del Padre del Mondo. Il suo odio per Vaelin si scontra presto con la realtà, e per lei sarà difficile all’inizio andare contro al condizionamento di tutta una vita. Una figura che avrei potuto accogliere con maggiore simpatia se mi fossi fidata di lei, come personaggio. Da subito l’ho percepita come un pericolo per quello che consideravo il protagonista della storia, e cosi non è scattato nessun feeling.
«Non avete schiavi nel vostro Regno, vero?» chiese la donna. Frentis guardò fuori dalla finestra, fissando il fiume ampio e rapido, e non disse nulla. «No, siete tutti liberi» proseguì lei. «Ma comunque schiavi delle vostre varie superstizioni, naturalmente. Qualcosa di cui noi ci siamo liberati secoli fa. Dimmi, pensi davvero che vivrai per sempre in una specie di paradiso assieme ai tuoi parenti defunti quando morirai?» La donna fece avvampare di nuovo il vincolo quando lui non rispose. Pareva che quella notte volesse fare davvero una conversazione. «‘Cos’è la morte?’» citò Frentis. «‘La morte non è che un accesso per l’Aldilà e la comunione con i Defunti. È sia fine che inizio. Temila e accoglila.’»
Un personaggio che ritroviamo totalmente cambiato è Frentis, lo ricordavamo come un personaggio allegro e scanzonato, ma 5 anni di prigionia lo hanno fatto diventare uno spietato assassino con un carattere totalmente diverso dai miei ricordi. La sua voce narrante mi ha procurato sentimenti contrastanti, avevo grandi aspettative su questo personaggio (lui si che mi era piaciuto da subito…), e ritrovarlo così mi ha lasciato delusa e malinconica.
La terza voce narrante è la principessa Lyrna, un personaggio che non ho mai del tutto appezzato. Capisco perfettamente il suo potenziale nella storia, è talmente calcolatrice. Proprio per questo i capitoli a lei dedicati mi sono sembrati veramente lunghi. Forse anche perché cercavo un punto d’unione tra le varie narrazioni. Questo collegamento non è stato quasi mai raggiunto e le varie storie proseguono in modo abbastanza indipendente.
«Quante volte l’avete visto?» chiese.
«Solo due, incluso il giorno in cui siamo venuti qui. E voi?»
«Quattro.» Anche se potrebbe esserci stata un’altra volta, quando viveva in una statua… «Ogni volta mi ha salvato, proprio come ha salvato voi.»
Le dita di Dahrena si immobilizzarono e Vaelin vide la sua paura, la stessa tensione che aveva notato la prima volta che avevano fronteggiato Orso Saggio. «Per cosa?»
«Non lo so. Per questo, forse: una guerra dove c’è bisogno che combattiamo.»
«Ero così giovane quando mi benedisse e solo ora arrivo a capire quella sensazione, quella di una creatura così vecchia che non potrei mai comprenderla per davvero. Deve aver visto innumerevoli faide meschine tra quelle strane cose a due gambe e senza pelo che corrono in giro per la terra, innumerevoli guerre. Perché questa sarebbe diversa?»
Vaelin ricordò le parole dell’Aspetto Arlyn sul destino del Regno quando lui aveva messo in discussione la saggezza di appoggiare la guerra folle di Janus. Il Regno cadrà certamente. Non per nuove guerre tra Feudi, ma per una rovina completa: la terra bruciata, le foreste ridotte in cenere, e tutte le popolazioni, gente del Regno, Seordah e Lonak, morte. Cos’altro vorresti che facessimo?
Questo cambiamento di rotta mi ha un po’ spiazzato. Dire che è inatteso è riduttivo. Non è che non apprezzi un libro a più voci, ma non mi era mai capitato di trovarne una dopo il primo volume. Mi ha lasciato un po’ diffidente durante la lettura, per questo non sono riuscita ad apprezzarlo come penso debba meritare.
Trovare il personaggio a cui mi ero affezionata rilegato in un angolo non mi ha fatto molto piacere. Sicuramente a livello narrativo gestire più punti di vista permette all’autore di dare un maggior numero di informazioni al lettore, consentendogli di godere di un panorama più ampio, per sentirsi maggiormente coinvolto nel libro. Sicuramente molti l’hanno apprezzata, come scelta narrativa, io non sono tra questi. Mi piaceva il personaggio di Vaelin, ho adorato il primo libro, ma questo mi ha lasciato un po’ più freddina. Però è sempre un secondo libro, e questi sono per definizione quelli che tendono a sollevare più domande di quante ne risolvano. Per questo spero molto nel prossimo volume.
ANTHONY RYAN, è nato in Scozia nel 1970, laureato in storia, ha trascorso gran parte della sua vita a Londra, dove vive tuttora. Il canto del sangue è esploso come fenomeno di self publishing ed è stato poi acquistato da un’importante casa editrice, che ha confermato il grande talento narrativo di Ryan e gli ha permesso di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Questo volume è il primo del ciclo dell’Ombra del Corvo e l’autore sta scrivendo il seguito previsto per il prossimo anno.