Édouard Manet - Chanteuse de café-concert
In troppi, di questi tempi, si chiedono il perché delle tiepide prese di posizione della Chiesa davanti alle sconcertanti vicende che riguardano i vertici del governo italiano. Per non parlare dell’asservimento di gran parte dei presunti intellettuali, dei loro silenzi, del loro giustificazionismo e del loro rimestare voluttuosamente nella melma in una specie di trash istituzionalizzato. Per cercare di capire – cose sostanzialmente ovvie da secoli – ricorriamo ad alcuni passi di Silone, tratti la La scuola dei dittatori del 1938: «I poeti i monsignori i generali le dame e i loro cavalieri verranno a voi dopo che avete conquistato il potere. Salvo eccezioni, essi vanno al successo come le mosche al miele, o, se preferite, come i topi al formaggio. Democratici sotto il governo democratico, essi sono naturalmente fascisti sotto una dittatura fascista, e comunisti sotto il segno della falce e martello. Potrebbe forse meravigliare l’atteggiamento dei preti, se già i pagani non ci avessero avvertito che la causa dei vincitori è sempre piaciuta agli dèi. La teologia cristiana l’ha più tardi intellettualmente suffragata spiegando che ogni autorità viene da Dio. E in quanto alle dame, si sa che la tenera Venere ha sempre subìto una particolare attrazione per Marte, dio della forza ». Inoltre, mi sia permesso di aggiungere, la Chiesa che riceve soldi pubblici per le scuole cattoliche private potrebbe rivolgersi contro i suoi benefattori? Non diceva forse quell’allegrone del Manzoni, riferendosi a Napoleone: “Fu vera gloria? Ai posteri / l’ardua sentenza: nui / chiniam la fronte al Massimo / Fattor, che volle in lui / del creator suo spirto / più vasta orma stampar”. Una precisazione: quando il Manzoni parla di Massimo Fattore, non profetizza l’avvento di Massimo D’Alema, ma molto più modestamente si riferisce a Dio.