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Il sistema di messa a fuoco Lytro sulle reflex? Si può!

Da Terapixel @terapixelblog

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Lytro è una delle più grandi innovazioni dell’immagine digitale degli ultimi anni, che sta spopolando sul web e tra appassionati di gadget elettronici.
La fotocamera, con la sua forma originale a forma di tubo, è in grado di realizzare fotografie con punti di messa a fuoco variabili dinamicamente a foto già scattata.
Provare per credere:

L’effetto Lytro anche sulle reflex

The Chaos Collective ha sviluppato un particolare sistema in grado di ottenere il medesimo effetto di messa a fuoco dinamica utilizzando semplicemente una reflex dotata di funzionalità di ripresa video.

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Il principio alla base del “trucchetto” con cui si ottiene questo risultato è capovolgere il modello di funzionamento della Lytro Camera: invece di riprendere più immagini nello stesso momento per analizzare il “light field” della scena fotografata, le si riprende in successione nel tempo. The Chaos Collective è un gruppo di designer, programmatori e in generale “maker” di qualunque cosa possa essere innovativa che ha già attivi diversi progetti in campo digitale.

Il punto di partenza per la realizzazione di quelle che The Chaos Collective definisce come fotografie “a profondità di campo variabile” è stato analizzare il sistema su cui si basa la Lytro Camera. In questa c’è una matrice di microlenti che riprendono nello stesso momento la scena inquadrata: l’insieme delle immagini passa al cosiddetto “light field engine” che confronta tutti i loro punti di vista e ne deriva le informazioni necessarie a cambiare il punto di messa a fuoco anche dopo lo scatto.

Per realizzare tutto ciò, senza adoperare il light field engine e senza quindi matrice di microlenti, The Chaos Collective ha interpretato l’approcio di “tante foto in un solo istante” in “una foto per volta in più istanti molto ma molto vicini”. In parole povere, è quello che si fa quando si utilizza la reflex per fare video.

Per avere tutte le informazioni relative ai piani di messa a fuoco basta variare la focheggiatura mentre si riprende il video, mettendo a fuoco prima il punto più lontano e man mano avvicinando il piano di messa fuoco usando la focheggiatura manuale.

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Il filmato deve essere breve: in primo luogo perché un filmato lungo è un filmato che occupa tanto spazio e le foto a fuoco variabile devono passare attraverso Internet per essere rifinite (vedremo come); in secondo luogo non serve che il filmato sia lungo perché una ripresa di un paio di secondi ai classici 30 fps ci fornisce già 60 frame e quindi 60 piani di messa a fuoco.

Una volta realizzato il filmato, nell’approccio di The Chaos Collective la scena inquadrata è stata divisa in una matrice 20 x 20 per identificare 400 riquadri attivi: cliccando in una di queste regioni l’immagine varia in modo da mettere a fuoco proprio quella (nella pratica, si recupera dal filmato il fotogramma che aveva a fuoco la regione selezionata).

Il risultato

Qui potete osservare e provare alcuni esempi realizzati da The Chaos Collective (non funziona con tutti i browser, ho provato con Chrome e non ci sono problemi):


Fonte : PetaPixel


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