Magazine Carriere

Il sistema duale tedesco in Italia – Chi vuol essere indipendente?

Creato il 22 febbraio 2016 da Propostalavoro @propostalavoro

«Dobbiamo fare come la Germania, o finiremo come la Grecia». Ma se fare come i tedeschi, in fondo, non ci convenisse? E fosse meglio fare a modo nostro?

Italia, il paese del lavoro in proprio. L'imprenditorialità italiana, negli anni d'oro della nostra economia, ha fatto scuola in tutto il mondo. Una zona industriale in ogni città, grande o piccola, il distretto produttivo, l'arte dell'arrangiarsi. Ci siamo chiesti se i giovani italiani fossero più "geek" dei coetanei greci e tedeschi. Chiediamoci ora se sanno essere a proprio agio con il lavoro in proprio.

mappa1

Quanto sono indipendenti, e quanto interesse hanno a lavorare in proprio, i giovani italiani?

Ci si chiede se un percorso di alternanza scuola-lavoro o di apprendistato possa avere come sbocco l’auto-impiego, imprenditoriale e non. L’apprendistato, in Italia, è un rapporto di lavoro di tipo subordinato. L’alternanza formativa si svolge nella cornice normativa del tirocinio curricolare, che non è un rapporto di lavoro, ma che sicuramente riflette più gli aspetti della subordinazione che non quelli dell’autonomia. Eppure competenze “imprenditoriali” e di auto-orientamento sono sempre più richieste.

Per valutare l’intraprendenza dei “nostri ragazzi”, si prendono in considerazione tre dati:

  1. la percentuale di lavoratori autonomi sui giovani occupati,
  2. il livello di istruzione massimo da loro raggiunto, 
  3. la propensione a lasciare la casa dei genitori.

I risultati sono molto interessanti.

m3a

I giovani italiani non sono propensi a lasciare il tetto della famiglia di origine, tendenza accentuata dall'ultima crisi economica. Sempre più giovani, in altre parole, restano in casa dei genitori fino ad un'età piuttosto avanzata. Questa è una considerazione forse scontata, ma dice molto su quale facilità al rischio abbiano i giovani in Italia. In questo, non sono affatto tedeschi: lo si vede da questo confronto, ma anche da un altro dato, l’età media in cui si lascia casa dei genitori. Questa è di 31,2 anni per gli italiani, 29,3 per i greci e 23,8 per i tedeschi.

m3b

Il Mediterraneo sembrerebbe essere un’area di lavoro autonomo. Quanto a imprenditorialità, o comunque attitudine a lavorare in proprio, i giovani italiani svettano sui coetanei greci e ancor più su quelli tedeschi. Vuoi perché la grande azienda non è diffusa (le imprese con meno di 10 dipendenti sono la nettissima maggioranza, in Italia), vuoi per sfuggire alla disoccupazione dilagante, il risultato è che in termini assoluti l’Italia conta un numero di occupati autonomi quasi otto volte superiore alla Germania, nella fascia di età 15-24 anni. Un dato che si apprezza ancora meglio in termini percentuali: sul totale della popolazione giovanile, 2 italiani su 100 sono lavoratori autonomi. Sul totale invece, della popolazione occupata in attività di lavoro, attualmente, è autonomo il 13%, in crescita rispetto al 2009. A cosa si deve questa propensione all’autonomia? Dipende da un fattore generazionale o dall’istruzione?

Questo dato forse spezzerà una lancia in favore delle università italiane. Sono stati presi in considerazione i dati sugli occupati con laurea e con diploma e, all’interno di questi insiemi, quanti lavorano in proprio e quanti no. I lavoratori in proprio con laurea non sono molti, in termini assoluti, perché non è frequente in Italia laurearsi entro i 24 anni. Sembra però che chi ci riesca sia più stimolato a mettersi in proprio rispetto ai coetanei diplomati. Per approfondire, nel grafico a destra si confronta l’assenza di titolo con il diploma, su diversa scala. Con una sorta di “zoom”, si può osservare che un titolo di studio più alto favorisce il lavoro in proprio – Eurostat conta sia diploma che qualifiche professionali. Si nota inoltre che gli anni della crisi hanno influito molto sulla tendenza a lavorare in autonomia, che, in calo dal 2007 al 2009, è ora in leggera ripresa.

m3c

Merita una lente di ingrandimento il dato sul confronto generazionale. Vengono ora presi in considerazione i lavoratori tra i 25 e i 49 anni. Sul totale degli occupati, divisi per titolo di studio, quanti sono gli autonomi? A sorpresa, il diploma non sembra fare la differenza e, anzi, cede il passo all’assenza di titolo di studio secondario – mentre la laurea, sebbene in calo, rimane in testa.

m3d

Uno sguardo ora al grafico a destra. Il grafico mostra che la propensione all’autonomia è più forte nella generazione “senior”, mentre gli “juniores” restano ancora indietro. Non bisogna però trascurare l’inclinazione ascendente della curva, segno che, nei giovani italiani, la capacità di essere freelance, liberi professionisti o imprenditori è in costante crescita.

Simone Caroli


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog