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Il sistema sportivo della Spagna

Creato il 16 maggio 2011 da Federicomilitello

Denuncia al sistema sportivo della Spagna
Primavera 2006: scoppia lo scandalo 'Operacion Puerto'. Eufemiano Fuentes e Manolo Saiz gestivano un'organizzazione dedita alla gestione di autoemotrasfusioni ed alla vendita delle più disparate sostanze dopanti (ormoni della crescita, Epo, anabolizzanti). Coinvolti circa 50 ciclisti professionisti (tra cui Contador, Valverde, Basso ed Ulrich) ed un'altra cinquantina di atleti provenienti da altre discipline (calcio compreso). Risultato? Tutto cadde sotto silenzio, con alcuni nomi che non si seppero (e non si sapranno) mai. Basso ed Ulrich pagarono il loro coinvolgimento con 2 anni di squalifica, Contador e Valverde ne uscirono limpidi come la rugiada alpina.
Dicembre 2010: altre ombre si addensano sullo sport iberico. Prolifera l'Operacion Galgo. Il dottor Fuentes afferma: ''se parlassi io, la nazionale spagnola perderebbe i Mondiali e gli Europei vinti''. Anche in questo caso le indagini furono avvolte dalla melma del silenzio.
Tour de France 2010: Alberto Contador risulta positivo al clembutarolo in un controllo anti-doping. Il 28enne iberico attribuisce l'accaduto all'aver mangiato filetto di manzo proveniente dal proprio Paese. Nei Grandi Giri i corridori si nutrono in maniera maniacale solo di ciò che viene preparato dal cuoco della squadra: possibile che il n.1 al mondo abbia commesso un'ingenuità simile? Successivamente nel suo sangue vengono riscontrate anche tracce di plastica, segnale inequivocabile di autoemotrasfusione: tuttavia tale scoperta non possiede rilievo giuridico perché la tecnica utilizzata non è inserita tra quelle consentite dalla Wada. Ad inizio 2011 la Federazione spagnola, ovviamente, assolve Contador. Seguono il ricorso al Tas di Wada ed Uci. Attualmente il madrileno corre il Giro d'Italia sub-judice. Il problema è che per tutti gli altri corridori si applica una legge diversa: in caso di inchieste giudiziarie, infatti, si viene sospesi in attesa di giudizio (eclatante il caso Pellizzotti). Due pesi, due misure.
Vuelta di Spagna 2010: a poche settimane dal termine della corsa a tappe iberica, Ezequiel Mosquera, secondo alle spalle di Vincenzo Nibali, viene trovato positivo ad un controllo antidoping. Ad 8 mesi di distanza, non si hanno più notizie di questa vicenda. Di certo, però, non è stato squalificato.
Inverno 2010-2011: quasi tutta l'atletica spagnola risulta coinvolta nell'Operacion Galgo. Marta Dominguez, campionessa del mondo nei 300o siepi nel 2009, viene trovata con le mani nel sacco, o forse sarebbe più appropriato dire 'nella sacca', dato che in suo possesso figurano involucri di plastica con all'interno quel sangue utile alla solita autoemotrasfusione. Stesso discorso per il naturalizzato etiope Alemayehu Bezabeh, del quale è emersa anche un'intercettazione ad opera della Guardia Civil. Si tratta di un frase del suo allenatore, Manuel Piqueras, al termine dei campionati di cross spagnoli: ''Ora vai in Etiopia ad allenarti in altura, poi quando torni queste sacche le reinfondi''. Incredibilmente (ma forse non c'è più da stupirsi) sia Dominguez sia Bezabeh sono stati assolti dai collegi giudicanti della Spagna.
Primavera 2010: il nuotatore Rafael Munoz salta ben tre controlli anti-doping a sorpresa. Si giustifica dicendo che sua madre non lo ha avvertito delle lettere ricevute dalla Federazione Internazionale. Assolto, vince l'oro agli Europei di Budapest nei 50 farfalla.
Questi sono solo alcuni esempi (certamente i più eclatanti) della malsana gestione dello sport attuata in Spagna. Pare di assistere a tutti gli effetti a quel doping di Stato così diffuso e praticato negli Anni '80 in Unione Sovietica e Germania Est. In effetti il ruolo della politica assume dei connotati non indifferenti: basti pensare che nell'affaire Contador intervenne in maniera decisiva addirittura il premier. Sino all'inizio del nuovo millennio la nazione iberica aveva rappresentato una sorta di comparsa nel mondo dello sport, con qualche sporadico successo legato all'estemporanea nascita di qualche campione come Indurain e Ballestreros. Per stessa ammissione del giornalista di 'El Pais' Carlos Arriba, lo sport iberico, dal rachitismo che da sempre aveva caratterizzato la sua storia, volse repentinamente lo sguardo alla scalata del ranking mondiale. A qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo. Dopo tutti questi vergognosi episodi, tuttavia, è giunto il momento di dire a gran voce: Basta! Lo sport, come da tradizione, deve rappresentare un modello da seguire per i giovani, con i suoi ideali di lealtà ed aggregazione. La ricerca del risultato con pratiche illecite, purtroppo, non fa altro che infangare l'immagine e la credibilità del movimento sportivo di una nazione, costituendo inoltre un deprecabile modello per le nuove leve. E bisogna dire basta anche alla abominevole ipocrisia degli organi di stampa: che senso ha incensare Contador facendo finta di niente sul processo in corso al Tas? Possibile che gli sponsor ed i ritorni economici che indubbiamente il campione iberico porta al Giro d'Italia siano tali da far dimenticare passato e presente? E' tempo che il mondo apra gli occhi e che gli enti e gli organi a ciò delegati prendano dei provvedimenti forti ed esemplari. Appassionati, tifosi ed addetti ai lavori, infatti, sognano di poter assistere a delle gare immuni da sospetti di sorta. L'Italia, sotto questo punto di vista, rappresenta insieme alla Francia il Paese che più ha investito contro la lotta al doping ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Possiamo andare fieri, dunque, del rendimento dei nostri atleti, nel bene o nel male. Senza dimenticare che, come detto già circa un anno fa, lo sport iberico, sebbene con gli ormai tristi aiuti del doping, dista ancora anni luce dal prestigio e dai trionfi di quello tricolore. Per un ulteriore approfondimento vi invito a leggere anche questo articolo: http://www.repubblica.it/sport/ciclismo/2010/12/19/news/operacio_puerto-10399244/. Infine, potete esprimere il vostro parere sul sondaggio creato appositamente per questo argomento.
Federico Militello


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