Il soffio di Psiche

Il soffio di Psiche – Riflessioni tra cuore e anima

IL MITO

Psiche era la figlia di un re, bella come una dea. A tal punto da far invidia persino a Venere che ordinò a suo figlio, Eros (Cupido), di far invaghire la giovane donna dell’uomo più brutto e sfortunato della terra.

Eros annuì ma, di fronte alla bellezza di Psiche, fece cadere una freccia sul proprio piede innamorandosi di lei. La portò nel palazzo dell’amore, dove ogni notte andava a trovarla, senza farsi vedere in volto e rammendandole sempre di non chiedergli chi fosse.

Istigata però dalle sorelle invidiose e diffidenti, Psiche decise di scoprire l’identità dell’amato e, mentre dormiva, e si armò di una lampada a olio per illuminargli il viso, e di una spada per proteggersi nel caso in chi fosse stato un terribile mostro. Appena lo vide, rimase incantata dalla sua bellezza e stava per baciarlo quando lui si svegliò e, adirandosi per la promessa infranta, la abbandonò.

Venuta a conoscenza dell’accaduto, Venere scaricò la sua ira su Psiche, sottoponendo la ragazza a una serie di prove durissime, che riuscì a superare grazie all’aiuto divino di Zeus. Eros e Psiche si sposarono e diedero alla luce un bambino, Piacere.

A partire dalle loro radici mitologiche, Amore e Psiche sono uniti e nessuno dei due sembra poter vivere senza l’altro.

Con il termine “amore” non è da intendersi il sentimento di coppia ma la capacità d’amare di per sé e in generale. Più il sentimento d’amore è consapevole, più l’anima ne resterà coinvolta.
Con il termine “psiche” invece si richiama il significato greco che, diversamente da quello occidentale ”mente”, faceva coincidere “psiche” con il soffio vitale, o anima.

Rimandando alla sua accezione originaria, la rubrica “IL SOFFIO DI PSICHE” si propone di accogliere le riflessioni sull’anima e sull’amore.

Non serve girovagare troppo nella mente.
L’anima ha un linguaggio più immediato per l’amore.
E per sentirlo basta un soffio, di psiche.

Lucrezia Holly Paci