Il 29 marzo uscirà negli Stati Uniti il libro della scrittrice italiana Laudomia Bonanni (L’Aquila, 8 dicembre 1907 – Roma, 21 febbraio 2002) The Reprisal (La rappresaglia), per le edizioni University of Chicago Press, a cura delle docenti dell’Università di Princeton Susan Stewart e Sara Teardo. Le illustri studiose hanno soggiornato a lungo a L’Aquila, città natale della Bonanni, per conoscere i luoghi di vita della scrittrice, e si sono recate nelle località individuate come teatro scenico del romanzo tradotto. Dopo le lontane traduzioni francesi e spagnole di altri libri (L’imputata e L’adultera) un nuovo significativo attestato viene a confermare il posto di rilievo che la scrittrice occupa nel panorama della letteratura italiana del XX secolo.
Era il lontano 1949 quando Laudomia Bonanni decise di partecipare con un suo manoscritto dal titolo Stridor di denti al concorso bandito dalla Harper & Brothers di New York, casa editrice statunitense, per un’eventuale traduzione e pubblicazione. Anche i giornali dell’epoca davano per imminente l’uscita del romanzo e la stessa scrittrice, in due lettere del 30 gennaio e 14 aprile 1949 all’amica carissima Maria Bellonci, dava indicazioni sul manoscritto inviato. Poi più nulla, il romanzo non fu pubblicato e dell’invio statunitense non se ne seppe più alcuna notizia, così dell’eventuale edizione americana.
Laudomia Bonanni
Nel 1985 la Bonanni consegnò alla casa editrice Bompiani un suo lavoro dal titolo La rappresaglia, ma Valentino Bompiani lo respinse chiedendo all’autrice una profonda revisione del testo perché non lo considerava facilmente spendibile, per quei tempi, presso il pubblico dei lettori. La Bonanni, come era nel suo fiero carattere, rifiutò sdegnosamente la proposta e La rappresaglia fu chiusa nel cassetto con l’intenzione di seppellire quel libro per sempre. Ma nel 2003, dopo la morte dell’autrice, a cura di Carlo De Matteis, docente nell’Università dell’Aquila, e della casa editrice Textus, il romanzo vide la luce riscuotendo un ottimo successo dalla critica militante.
Protagonista del libro è una singolare figura femminile, “la Rossa”, partigiana durante il secondo conflitto mondiale, catturata da una banda di fascisti in fuga e decisi a fucilarla dopo che ella avrà partorito la creatura di cui è gravida. La fuga della banda con la prigioniera portata via a forza, il rifugio in montagna, il parto e la successiva fucilazione della donna costituiscono la trama del romanzo che si avvale di un inedito capovolgimento dei ruoli conosciuti: i fascisti in fuga e una partigiana gravida prigioniera. Il personaggio della Rossa esalta tutte le pagine del romanzo: dirompente, ingovernabile, eroica nel suo messaggio ideologicamente rivoluzionario contro ogni mentalità patriarcale, portatrice di messaggi fortemente rivoluzionari nella rivendicazione della superiorità femminile nella storia di ogni tempo e di ogni luogo. Diversi sono i personaggi che intrecciano le loro storie nel nascondiglio montano e affidano allo sviluppo narrativo le loro azioni e passioni in una prosa di straordinaria efficacia.
Un esame attento del romanzo secondo i personaggi, i luoghi descritti, la trama e l’uso della lingua, la ricostruzione del contenuto di quell’antico scritto andato perduto Stridor di denti attraverso tracce lasciate dall’autrice in alcuni racconti pubblicati dai quotidiani italiani negli anni ’50, figli del libro mai nato, il richiamo ad altri testi della Bonanni e soprattutto i riferimenti trovati in alcune cronache dei paesi di Caramanico e Roccamorice, in provincia di Pescara, teatri narrativi de La rappresaglia, portano ad affermare che il testo edito nel 2003 non è altro che una nuova scrittura di Stridor di denti. Così le date si rincorrono e ricongiungono in un unico percorso tempi lontani. Laudomia Bonanni, a undici anni dalla morte, corona il suo sogno e ha la risposta ad una sua domanda: «(…) un argomento, come il mio, non può sembrare comunista, potrebbe piacere in America?» (Epistolario, a cura di Fausta Samaritani, casa editrice Rocco Carabba, Lanciano, 2006).
Gianfranco Giustizieri