Magazine Diario personale

Il Sogno di Fulvio

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Raccontiamo una storia. Fulvio ama cucinare. Ama cucinare fin da bambino, quando seguiva in tv le prime trasmissioni di cucina oppure quando era con la nonna che aveva la stessa passione.
Fulvio cresce e decide di fare una scuola per diventare chef. Si fa il mazzo, buoni voti, un certo talento, e il sogno di lavorare per un ristorante importante, uno di quelli famosi, insomma.

Coltelli in ceramica

Passano gli anni e fa fatica a trovare. L’estate la passa a lavorare nella pizzeria all’angolo, oppure alla trattoria nel paese. Aiuta perfino alla sagra, sempre in cucina.
Ci mette del suo, dicono che sia bravo. Fa da mangiare agli amici, parenti per le festività, ma logicamente le soddisfazioni arrivano quando sono gli sconosciuti che gli fanno i complimenti.

Padella in inox!

Fulvio però vuole lavorare in una grande cucina, come sogna da sempre, come abbiamo detto prima. Finalmente ha la possibilità, grazie a un’iniziativa che agevola i cuochi in gamba e che hanno voglia di fare e si apre un ristorante pizzeria. Con il budget concesso dall’ente che sponsorizza, apre un locale che ha circa 50 coperti. Spesso riesce a riempirli tutti.

Però non è contento: ha nella testa il grande ristorante, la cucina attrezzata da professionisti, con le pentole in acciaio e i coltelli in ceramica (in TV dicono che siano una figata!). E pensa e ripensa, sente qualcuno che gli dà questo consiglio:
«Fulvio, ragazzo mio, se vuoi che un ristorante importante ti assuma, devi fare il pieno nel tuo locale. Il padrone si chiederà perché tutti vengono lì e verrà pure lui a trovarti. Appena ti farà l’offerta, tu molla il ristorante e vai da lui.»
«Dici davvero?», chiede Fulvio. «Ma come faccio a fare il pieno? Lo faccio sì e no al sabato!»
«Ascolta me: io ti mando i miei amici, poi tu mi mandi i tuoi. Io parlo bene di te, tu parli bene di me. Sto già facendo così con altri ristoratori. Prima o poi funzionerà, no?»

Un cuoco vero!

Fulvio, ahimè, accetta. E così l’amico gli manda i conoscenti e gli fa scrivere buoni giudizi in giro.
Il nostro contraccambia ben volentieri e lo fa pure con gli altri di questo piccolo “consorzio”.
Che meraviglia, pensa Fulvio. Il locale è sempre pieno, deve mandare pure via la gente o chiedere di prenotare. È certo che presto sarà fatta.

E finalmente, come nelle favole a lieto fine, arriva la proposta: lavorare in cucina per una grande ristorante. Lui accetta, molla il suo locale e parte al galoppo!
Ora, i possibili scenari sono:

  1. Fulvio finisce a lavorare in realtà per una catena di fast food. Ma volete mettere? Lui lavora per un grande marchio adesso.
  2. Il ristoratore che lo ha contattato lo mette alla prova sulla fiducia, per poi scoprire che in realtà Fulvio è un cuoco da due soldi e che in realtà tutto era un bluff.
  3. Fulvio è bravo, inizia in cucina e poi scopre che guadagna mille euro al mese, gli stessi soldi che guadagnava in 3 giorni con il suo ristorante. Ma volete mettere? Lavorare per “Chez Blablabla” è gran prestigio! Quella è una cucina vera!

E tu, davvero vuoi andare a cucinare in un fast food?


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