IL SOL DELL’AVVENIRE
E il suo esito non è stato un sole giallo splendente, secondo l’etereo Alfano, ma un sole rosso (suo malgrado) cadente. Anzi, nella sua sostanza, il messaggio tanto atteso era stato anticipato da una fedelissima, già dai cento percorsi, molto interessata, la Santanchè. Infatti, dalla poltrona di un dibattito in tv, nel generale stupore, la Santanchè, quasi svelando una verità frutto di una sua personale intensa ricerca, aveva definito Magistratura Democratica una “setta segreta”. Parole testuali, non casuali, scaturite dalle profonde analisi e studi e riflessioni degli incontri tra dirigenti in Arcore.
Il videomessaggio di Berlusconi ne svela ora il perché: in Italia – scandisce il nostro – opera una “magistratura che vuole arrivare al socialismo per via giudiziaria”.
Oh porca miseria! E senza dire niente a nessuno?
In segreto, appunto. Nelle trame delle indagini e nei bersagli delle sentenze.
In continuità con la Rivoluzione d’Ottobre.
La notizia è grossa, sensazionale e la dà in video, da fine esperto di informazione/comunicazione, il liberale ex premier. Che appare molto preoccupato. Quasi terreo. Perché il pericolo di “arrivare al socialismo” è imminente. E per “via giudiziaria”, data l’assenza di socialisti nel campo della lotta politica: neanche SEL è socialista!
Ma i giudici contro Berlusconi, sì, sono una setta segreta di socialisti, perché se a giudicare fossero stati chiamati dei giudici liberali non l’avrebbero condannato. Sicuro.
E di colpo nei volti degli innumerevoli antisocialisti in pectore, di ogni genere e formazione, di ogni età e condizione, ammoniti da un fermo dito indice di un confidenziale “tu”, è apparso il timore agghiacciante di perdere tutto, insieme a un ardente desiderio di scendere, al seguito del Capo, subito in campo a difendere la libertà minacciata, mentre negli sconsolati occhi dei venticinque socialisti è apparsa una gioiosa speranza di futuro, insieme a un tenero impegno a continuare la lotta al riparo di Magistratura Democratica.
Ma nel videomessaggio non si coglie con chiarezza se la “setta segreta”, per “arrivare al socialismo”, goda dell’appoggio di un vecchio socialcomunista Presidente ora del Consiglio Superiore della Magistratura, comunque chiamato in causa.
Forse i venticinque socialisti si aspettano ora dal compagno Presidente in qualche modo parole di incoraggiamento nel proseguire il cammino verso il sol dell’avvenire, appunto alla luce del sole senza più correre dietro ai disegni carbonari della “setta segreta”. E giustamente, perché credono nello Stato di diritto.
Ma se il Presidente resterà muto di fronte alla verità terribile dell’ ”avanzamento del socialismo per via giudiziaria”, con tanta energia enunciata da un ex premier liberale, condannato per frode fiscale dalle leggi del nostro libero e democratico Stato, al mondo tra i più garantisti, e condannato a pagare un risarcimento a un suo concorrente proprio per aver corrotto un membro di quella sana magistratura non socialista, se il Presidente resterà muto, apparirà complice di un attacco eversivo non solo contro la magistratura, ma contro lo stesso, Stato di diritto e le sue istituzioni, e per quei venticinque socialisti sarà la fine di un sogno di rinascita.
O no?
(Severo Laleo)