Il Sole 24 Ore: Sud invivibile, qualità della vita dipende dai soldi

Creato il 01 dicembre 2014 da Vesuviolive

Anche quest’anno Il Sole 24 ore ha diffuso la propria classifica, come fa da 25 anni, sulle province più vivibili d’Italia, e anche quest’anno siamo di fronte a una netta spaccatura tra Nord, Centro e Sud.

Al primo posto abbiamo Ravenna, che scalza Trento, e chiude il podio Modena. Tra le città maggiori, abbiamo Milano all’ottava posizione, Roma dodicesima, Firenze sedicesima, Torino cinquantaquattresima. In fondo il Sud, con Palermo e Napoli alle posizioni 95 e 96, Bari novantunesima, Catania novantanovesima, Reggio Calabria e Agrigento chiudono la classifica alle posizioni 106 e 107.

Poiché tutto tace riguarda i parametri utilizzati, dobbiamo dedurre che sono gli stessi utilizzati lo scorso anno, dunque  (non li cito tutti) i consumi, prezzi delle case, depositi bancari, importo delle pensioni, disponibilità di asili, sanità, infrastrutture, numero di imprese, occupazione femminile, criminalità in generale, numero di abitanti, divorzi e separazioni, tasso di migrazione, numero di stranieri, librerie, cinema, copertura ADSL, ristoranti e bar. Il Sole 24 Ore sottolinea, inoltre, i risultati scarsi di molte province del Nord e delle grandi aree metropolitane sul fronte della sicurezza e dell’ordine pubblico.

Fattori, come è evidente, di tipo economico, perciò non mi lascia sorpreso questa classifica: se i gestori dei servizi ADSL investono soprattutto al Nord, se i cittadini del Sud sono costretti a curarsi al Nord perché lo Stato qualche lo dà per le cure e non per comprare i macchinari (e i soldi delle cure finiscono al Nord), se al Sud gli asili nido pubblici non esistono, se le pensioni sono misere perché il lavoro è stato misero se non inesistente, se i depositi bancari sono più grassi al Nord perché è lì che si vanno a concentrare i capitali gli investimenti e si dirotta il 92% dei fondi della Cassa per il Mezzogiorno, se l’Alta Velocità non arriva più in giù di Salerno e ignora la costa adriatica meridionale, se la disoccupazione al Sud è molto più alta che al Nord e i soldi per i consumi non ci sono e tutto il resto, allora è normale che il Nord sia concentrato nella parte più alta della classifica, perché è più ricco e non lo scopriamo oggi.

Devo tuttavia ricordare ancora il tasso di suicidi in Italia, che al Nord è più alto che al Sud, e quello europeo, che è più alto in Danimarca e nella Penisola Scandinava, la zona più ricca ed efficiente del continente: ragionando sui parametri del quotidiano milanese dovrebbe dunque essere la più felice, e allora perché c’è così tanta gente che si dà la morte? Coloro che si suicidano non lo fanno, forse, perché sono profondamente infelici? Assistiamo, inoltre, a una proliferazione di fattori economici, quando quelli che riguardano il paesaggio, il clima, la cultura, l’inquinamento e così via sono estremamente limitati, e sono quelli che favoriscono proprio il Sud. Senza soldi non si cantano messe, è vero, però la qualità della vita, evidentemente, dipende anche da altro.

In foto ho messo la Valle dei Templi di Agrigento, immaginatela a febbraio, disseminata di alberi di mandorlo in fiore, bianchi e rosa: può mai essere il più infelice d’Italia chi abita lì?

Per guardare tutta la classifica potete cliccare qui.


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