L’articolo che pubblichiamo, affinché non si cada in visioni unilaterali ed incomplete, va inquadrato nella dialettica tra “naturalismo” ed “artificialismo”.
Sembra che il Sole si sia addormentato. Secondo gli scienziati, l’attività del Sole è al suo minimo da cento anni a questa parte. Le condizioni sono stranamente simili a quelle che precedettero il minimo di Maunder, un periodo a metà del XVII secolo, quando si verificò una piccola era glaciale: nel 1645 il fiume Tamigi ghiacciò.
Alcuni ricercatori ritengono che la debole attività del Sole potrebbe causare notevoli cambiamenti climatici, a partire da una drastica riduzione dei valori termici.
E’ noto che, per un certo periodo, è stata l’attività solare a provocare il cosiddetto ‘global warming', accentuato dalle operazioni di geoingegneria clandestina in sinergia con le emissioni dei riscaldatori ionosferici e non il biossido di carbonio (n.d.r.). L'interpretazione è avvalorata dal fatto che ormai da molti anni le temperature globali sono stabili, in coincidenza proprio con la diminuzione delle eiezioni di massa coronale e di altri fenomeni riguardanti la nostra stella.
“Qualunque misura si adoperi, si osserva che i picchi solari stanno scendendo”, asserisce Richard Harrison del Rutherford Appleton Laboratory nell’Oxfordshire (Regno Unito). ‘Mi occupo di fisica solare da trent’anni e non ho mai visto alcunché di simile”, chiosa l’astronomo.
Mike Lockwood della University of Reading afferma che le temperature più basse potrebbero anche influire sulle correnti a getto, innescando un repentino sconvolgimento dei sistemi meteorologici.
“Stimiamo entro quarant’anni una probabilità del 10-20% che ci si avvii verso un nuovo minimo di Maunder’, precisa l’esperto.
Nel 2014 la N.A.S.A. avvertì che “qualcosa di inaspettato” stava accadendo sul Sole. Il 2015 sarebbe dovuto essere l’anno del massimo solare, con l’acme del ciclo delle macchie, ciclo che dura undici anni circa, ma ne sono state rilevate poche. “Il numero di macchie solari è, a partire dal 2011, ben al di sotto dei valori medi; inoltre forti brillamenti sono stati rari”, spiegano gli scienziati dell’agenzia spaziale statunitense.
Fonte: Latanadizak
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