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Il solito brutto vizio

Creato il 31 gennaio 2013 da Bernardrieux @pierrebarilli1
L'inganno
Ormai qualunque previsione viene superata dalla indecente verità dei protagonisti grotteschi della nostra scena politica. Soprattutto al centro.
Un centro che ha il solo scopo di “lucrare vantaggi nella trattativa” che seguirà alle elezioni.
Il solito brutto vizioElezioni, i cui risultati saranno lo specchio fedele del degrado della nostra società dove una minoranza arretrata e bigotta priva di qualunque valore e spessore politico, condizionerà una maggioranza reale nel paese, approfittando di un orrendo sistema elettorale che, nonostante i moniti del Capo dello Stato, quella stessa minoranza al governo non ha voluto riformare proprio per trarre da essa quei vantaggi che consentiranno loro di riprendersi il potere, fingendo così di essere stati eletti dagli italiani.
E’ una balla, un inganno a cui gli italiani non devono credere.
La zattera montiana sta portando in parlamento, ben nascosta dietro le ombre di alcune persone per bene, la migliore selezione del peggio dei nostri politicanti di professione, maghi del trasformismo e del self-placement e lo fa attraverso trucchetti e tatticismi di bassissimo livello.
Dalle liste distinte Camera-Senato, all’accurata selezione dei candidati nei collegi, primo tra tutti la Lombardia, sempre e soltanto per sparigliare il tavolo, far saltare il gioco e diventare così indispensabili per la costruzione di quel mega inciucio che è la grande coalizione per “il bene del Paese”.
Ed ecco come negli ultimi giorni, quando i sondaggi portano in evidenza una ripresa del Pdl, Monti apre ad una possibile alleanza con il centro-destra, seppur evirato del suo prode cavaliere grazie a cui, in verità, quel consenso è tornato a salire.
Eppure, nessun programma reale, nessuna visione politica, nessuna contezza delle reali necessità del paese viene proposta dall’agenda che prende il nome dal magister di questa strategia della dissimulazione e dell’inganno. Un’agenda prolifica di contraddizioni e di superficialità, priva di qualunque riferimento a dati reali e concreti, condita da un approccio professorale che dapprima rassicurante, appare oggi offensivo e irridente nei confronti di chiunque, bene o male, fa comunque una scelta politica e propone soluzioni concrete tentando, come accade in ogni democrazia occidentale e nonostante la legge elettorale, di acquisire il consenso degli elettori su quelle proposte. Insomma chi fa politica nel rispetto della democrazia.
Perché di inganni un paese muore.
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