Magazine Bambini

Il sonnellino pomeridiano

Da Paola

happy family. Mother and baby are resting, relax sleep

Quanto è importante il riposino pomeridiano per i bambini? E fino a che età dovrebbero conservare quest’abitudine?

Gli esperti sono piuttosto d’accordo nel riconoscere l’importanza del sonnellino diurno, almeno fino ai due-tre anni d’età. In seguito, in linea di massima, i piccoli dovrebbero essere in grado di autoregolarsi ed eliminare la pennichella quando non ne sentono più la necessità.

Quando mia figlia era più piccola, intorno ai due anni appunto, saltare il riposo al pomeriggio la rendeva nervosa, irritabile e a fatica riusciva a prendere sonno la sera. Era un po’ come se la troppa stanchezza accumulata le impedisse di abbandonarsi alla nanna notturna. Per questo mi trovavo spesso a insistere, non sempre con risultati positivi, nel farla riposare un paio d’ore dopo pranzo.

I segnali mi dicevano che il riposo diurno era ancora un’esigenza per lei, ma non sempre addormentarsi le riusciva semplice e naturali. Nei giorni no, insistere era davvero controproducente.

Col tempo ho capito che era semplicemente giunta per lei una nuova fase, in cui le canoniche due ore di sonno dopo pranzo non erano più un’esigenza e non sempre era davvero necessario addormentarsi profondamente. Alcuni pomeriggi riposare in un’atmosfera tranquilla (poca luce e silenzio) anche senza dormire, era spesso più che sufficiente. Quello che alla materna chiamano “l’ora di relax” a volte era proprio il compromesso migliore per recuperare le energie e non arrivare a sera troppo stanchi.

Anche impuntarsi alla pennichella nel lettino era spesso poco produttivo. Così, quando la bella stagione lo permetteva, il sonnellino all’aria aperta era cosa molto gradita per entrambe.

In poche parole ho smesso di essere rigida sul riposo pomeridiano! Capito questo, è stato tutto in discesa.

Un altro piccolo accorgimento, nei pomeriggi in cui la nanna saltava per cause indipendenti dalla volontà di mia figlia, era anticipare cena e messa a letto serale in modo da evitare quella fase in cui la stanchezza si trasforma in nervosismo e sovreccitazione e impedisce ai piccoli di addormentarsi sereni.

Devo dire che non era facile, soprattutto i primi tempi, individuare e anticipare quel momento in cui si passa il confine. Ma l’esperienza e la conoscenza del proprio bambino rendono tutto pian piano più facile. Col tempo noi genitori diventiamo infatti più “bravi” a riconoscere quando il nostro bimbo ha necessità di ricaricarsi riposando e i nostri piccoli imparano a conoscersi meglio e a regolarsi autonomamente. Col tempo, in pratica, diventa tutto più naturale e semplice.

Quello che mi sento di dire, secondo la mia esperienza, è che essere rigidi, in alcuni casi, serve a poco. Perciò benvenga la nanna in passeggino all’ombra di un albero, il relax pomeridiano anche senza addormentarsi, la nanna in macchina mentre andiamo al battesimo dell’amichetto dall’altra parte della città, e i sonnellini in orari “non convenzionali” quando vediamo che il nostro bimbo ne sente la necessità. E poi osservare. Osservare tantissimo. Solo così ci possiamo rendere conto dei segnali che annunciano la fine di una fase e l’inizio di un’altra.

Qual è la vostra esperienza in fatto di riposino pomeridiano? Quali consigli vi sentireste di dare?


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