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(Id.)
Visto in VHS.Per la trama passo ad un ente superiore.
Uno spaccato dell’Italia caciarona e godereccia degli anni ’60? Bah, non saprei. Quello che appare evidente è la descrizione di un personaggio drammatico perfettamente descritto, uno spaccone vittima di se stesso che non riesce ne ad avere reale successo nella vita per il suo comportarsi da adolescente e neppure riesce a godere in pieno della sua libertà e frenesia proprio perché abbastanza lucido da riconoscere d’essere un perdete. Che poi nel mezzo ci mettano tutta la musica di successo dell’epoca e citino film è solo un fatto incidentale… al massimo contestualizzante, ma non fondamentale.
Se il film fu un successo gran aprte del merito va a Gassman, mattatore assoluto come non mai, affiancato dalla spalla Trintignant, ma di fatto unico vero personaggio del film, vero protagonista della vicenda.In secondo luogo, l’altro grande merito, è tutto della sceneggiatura. Non è solo l’idea delle situazioni create, dall’incipit con io vuoto di ferragosto dove per caso si incontrano le due solitudini dei protagonisti; quello che più conta è il ritmo sempre a livello, utili comunque a veicolare qualcosa. Poi c’è il divertimento; so che il film è stato improvvisato al 70% (cifra casuale ovviamente), ma fatico a crederlo, una serie di battute degne di essere raccolte in un bignami di aforismi, una serie di sequenze così rapide, è difficile pensare che vengano fuori dalla sola verve di Gassman. Se davvero è così, questo film è quasi esclusivamente merito suo.
PS: impossibile da credere anche che fu snobbato dalla critica dell’epoca… ma perché?!
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