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Il successo dei dirigenti psicopatici

Creato il 22 maggio 2014 da Alessandro Zorco @alessandrozorco

Freddo, sicuro di sé, manipolatore, egocentrico, privo di scrupoli e di paure. In poche parole, senza cuore. Quante volte hai attribuito queste qualità al tuo capo ufficio? Spietato nella gestione del personale, inflessibile nel pretendere che il lavoratore svolga senza tentennamenti e riserve la sua mansione e altrettanto inflessibile nella negazione dei suoi diritti. Sì proprio il tuo capo, quello che magari ti sta tormentando ai limiti del mobbing perché quella volta gli avevi detto di no. Quello che tante volte hai pensato che stesse lì, sopra di te, solo perché aveva gli agganci giusti. Forse la scienza ha svelato l’arcano e dato finalmente una risposta alle tue domande: il dirigente del tuo ufficio o della tua azienda è lì perché è uno psicopatico. Gli psicopatici infatti, sempre che riescano a tenere a bada i loro impulsi, pare siano particolarmente adatti a ricoprire importanti ruoli di comando. Riescono a tenere a bada le pulsioni omicide che opportunamente dosate riversano sui loro subordinati: per questo sono considerati dirigenti perfetti.

Quella che, se guardata dal lato del lavoratore subordinato parrebbe una delle tante leggi di Murphy,  è una teoria serissima elaborata da uno psicologo di Oxford, Kevin Dutton che nel libro “The Good Psychopath’s Guide to Success” ha sdoganato definitivamente la follia sui posti di lavoro.

Studiando il comportamento di numerosi psicopatici, Dutton ha capito che persone con queste caratteristiche sono facilitate nella carriera lavorativa proprio dalla freddezza e dall’assenza di empatia nei confronti degli altri. Paradossalmente, tali personaggi anaffettivi pare abbiano più successo degli altri anche in campo amoroso perché l’assenza di scrupoli li porta ad avere un maggior numero di possibilità rispetto a chi è più timido.

Psicopatici e top manager

dirigenti psicopatici
Dutton, nel suo libro spiega come in questo mondo sempre più al contrario la follia e l’anaffettività siano un mezzo eccezionale per scalare il successo. La sua intuizione aiuta a capire come sta cambiando il mondo del lavoro e perché sempre più spesso vengano messe ai posti di comando persone assolutamente prive di scrupoli.

Secondo Dutton le caratteristiche degli psicopatici, se ben canalizzate, permettono infatti di avere più coraggio nel prendere le decisioni più delicate ed essere più efficaci e spietati nella gestione del personale: qualità assolutamente richieste dalle aziende ai loro manager.

Ma in quali campi si esprimono meglio le caratteristiche degli psicopatici?

Dutton si era già occupato in passato di questo tema stilando una vera e propria classifica dei settori lavorativi in cui la freddezza e la spietatezza degli psicopatici possono essere sfruttate al meglio dal mercato del lavoro e dalle aziende che li assumono.

La classifica dei mestieri da psicopatici (dal sito Psicosocial.it)

  1. Amministratore Delegato
  2. Avvocato
  3. Media (TV/Radio)
  4. Agente di vendita
  5. Chirurgo
  6. Giornalista
  7. Agente di polizia
  8. Persone del clero
  9. Chef
  10. Funzionario pubblico

Come si vede, al primo posto della classifica ci sono gli amministratori delegati: un grande manager, se psicopatico, garantisce una gestione aziendale più efficace ed efficiente (se questo poi sia vero nei fatti bisognerebbe chiederlo ai suoi subordinati).

Al secondo posto della speciale classifica troviamo gli avvocati: ad un principe del foro è probabilmente richiesta, oltre alla conoscenza di leggi e regolamenti, anche una determinata conformazione psicologica.

Ma le caratteristiche psicologiche degli psicopatici, a quanto pare, sono un vantaggio anche per chi vorrebbe far carriera nel mondo dell’informazione. Ecco che al terzo posto tra i settori in cui hanno la meglio gli psicopatici c’è quello dei media. Per far carriera in televisione o in radio un tocco di pazzia patologica è quanto mai opportuno.

D’altronde anche un giornalista (sesto posto) ha maggiori probabilità di far carriera se è un po’ psicopatico. E questo, se devo essere sincero, lo avevo sempre sospettato.

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